MOTIVI DI SICUREZZA
Laveno, cavalcavia da verificare: stop ai mezzi pesanti
Criticità venute alla luce dopo un’ispezione: divieto temporaneo di transito sul “Boesio” per camion, furgoni e pullman

Il cavalcavia Boesio, a Laveno Mombello, non verrà demolito: resta in piedi per decisione della Soprintendenza e del Ministero per i beni culturali. Ma i mezzi pesanti non potranno percorrerlo, almeno fino al completamento degli accertamenti tecnici sugli eventuali pericoli per la circolazione. È stato infatti istituito, per motivi di sicurezza, il temporaneo divieto di transito per i veicoli con massa superiore a 3,5 tonnellate. Niente furgoni, quindi, né camion e pullman sul cavalcavia, per un periodo che non è stato determinato.
LE CRITICITA’
Il motivo? Le «criticità riscontrate in fase di ispezione» dagli ingegneri dello studio Alessio Pipinato & Partners Architectural Engineering, incaricato dalla Provincia di Varese (ente proprietario delle due strade che confluiscono sul ponte, la Sp 32 e la Sp 69) di valutare le condizioni del manufatto. L’incarico, assegnato con determinazione dell’Area tecnica di Villa Recalcati datata 19 dicembre 2022, prevedeva il censimento, l’ispezione visiva e la determinazione della “classe di attenzione” del cavalcavia. I professionisti hanno infine redatto la “relazione sullo stato di degrado e definizione delle priorità di intervento”. Relazione che ha evidenziato delle “criticità” che suggeriscono di andare a fondo con gli accertamenti sulle condizioni del cavalcavia, un tempo percorso dal trenino della ferrovia della Società Ceramica Italiana.
IL LIMITE DI VELOCITA’
È stato proprio lo studio di ingegneri a suggerire, quindi, di «interdire il transito dei veicoli» di peso superiore alle tre tonnellate e mezza e di istituire il limite massimo di velocità di trenta chilometri orari. In realtà, evidenzia la Provincia, il limite di 30 km/h esiste già dal 1982, in seguito a un’ordinanza dell’Anas. L’altra indicazione viene invece recepita nell’ordinanza del settore Trasporto e Catasto Strade, firmata il 7 febbraio scorso, che dispone, «per motivi di sicurezza» lo stop temporaneo alla circolazione di camion, furgoni e bus su tutto il ponte, da viale Garibaldi fino a via Fortino.
L’APPROFONDIMENTO TECNICO
Un’interruzione del traffico decisa «in attesa di effettuare un approfondimento tecnico specialistico sullo stato del manufatto, volto a verificare eventuali pericoli per la circolazione e l’adozione delle conseguenti misure». Insomma, niente mezzi pesanti fino al completamento dei controlli sulle condizioni del ponte che scavalca fiume e ferrovia. I camionisti che dal lungolago devono proseguire sulla Sp 69 in direzione di Cerro devono perciò fare un giro più lungo: proseguire su viale Garibaldi, superare il passaggio a livello delle Nord, imboccare via Martiri della Libertà e infine via Filzi e via Dalmazia.
LA DEMOLIZIONE E IL VINCOLO
Il cavalcavia Boesio, nei progetti della Provincia, avrebbe dovuto essere demolito per far posto al nuovo ponte sullo stesso torrente. Lo scorso novembre gli uffici di Villa Recalcati avevano approvato il progetto esecutivo e indetto la gara d’appalto, ma proprio quando mancava poco all’avvio del cantiere da Roma è arrivata la doccia fredda: sul viadotto c’è un vincolo - bene di interesse culturale - perché considerato testimonianza più importante della storia industriale di Laveno. Quindi, niente lavori, niente fondi (quasi due milioni di euro) del Patto per la Lombardia. E ora la Provincia, d’accordo con il Comune, sta studiando un “piano B”.
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