IL GESTO
Legnano, le scuse a Fratus
In consiglio comunale Franco Colombo ci mette la faccia
«Mi sembra doveroso da parte mia metterci la faccia per chiedere scusa a persone che ho infangato con comportamenti e parole che non fanno parte del mio carattere. In quei momenti mi sono sentito di fare quello che ho fatto, ma poi ho avuto tempo per elaborare quanto accaduto. E oggi metto la mia faccia in Consiglio per chiedere scusa». L’applauso da parte del pubblico parte spontaneo, l’intervento con cui Franco Colombo ha aperto il consiglio comunale di Legnano del 30 gennaio davvero non era scontato, anzi. Il presidente ferma il pubblico ricordando che il regolamento vieta di applaudire in aula, e così la magia dell’unico momento di umanità della serata sfuma in un nuovo motivo di rancore che alimenta l’astio degli interventi successivi. Ma il breve intervento di Colombo merita di essere approfondito. Colombo era nel comiitato che nella primavera del 2019 aveva chiesto a gran voce le dimissioni del sindaco Gianbattista Fratus, poi arrestato con l’assessore Maurizio Cozzi e Chiara Lazzarini nell’ambito dell’inchiesta Piazza Pulita della Procura di Busto e assolto venerdì 19 gennaio dalla Corte d’Appello di Milano. Fratus e gli assessori sono stati asolti con formula piena.
«Alla decisione di chiedere scusa sono arrivato dopo un lungo percorso - spiega Franco Colombo - Nel 2019 facevo parte anch’io del Comitato per la legalità, nel clima di quel periodo ho detto e fatto cose in cui con il senno di poi non riuscivo a riconoscermi. Ho fatto scelte politiche forse sbagliate, ma le scelte politiche si possono sbagliare. Quello che non potevo perdonarmi erano comportamenti contrari al mio carattere. Quindi nessuna via d’uscita sotterranea, ho preferito chiedere scusa davanti a tutti». Colombo non ricorda neppure un episodio specifico, ma si rimprovera il clima di quei giorni: «Volevamo far mancare la maggioranza - ricorda - gli arresti ci lasciarono a bocca aperta. Quei giorni cademmo tutti in un loop che finì per avvelenare la politica, ancora ora ne stiamo pagando le conseguenze. Io ho deciso di tirarmene fuori, per questo ho chiesto scusa». In un’aula dove la regola ormai è attaccare, merito a un’onestà intellettuale che si spera possa risultare contagiosa.
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