IL CASO
Mangiano e fuggono: individuati a Legnano
Dopo il caso di Busto, la coppia con bimba aveva colpito ancora in una pizzeria della città milanese: denunciati dai gestori

La famiglia che mangia e scappa è stata individuata, almeno stando a indiscrezioni. Perché il ristorante Capri di Busto Arsizio non è l’unico bersaglio dei genitori che portano con sé la figlia di cinque anni: dopo la furbata nel locale di Gino Savino, i tre si sarebbero presentati anche in una pizzeria di Legnano e con il metodo consolidato di uscire per fumare una sigaretta prima del dessert si sarebbe volatilizzata senza passare dalla cassa.
LA DENUNCIA DEI GESTORI
I gestori si sono subito rivolti ai carabinieri per sporgere denuncia, fornendo una descrizione dettagliata dei clienti che ai militari legnanesi ha acceso una lampadina. Ai titolari è stato mostrato un album fotografico di soggetti pregiudicati per reati contro il patrimonio e a quanto pare avrebbero riconosciuto la coppia. Si tratterebbe di due trentenni residenti in un paesino del circondario di Legnano, ma gli accertamenti sono ancora in corso. O meglio, resta da verificare se siano gli stessi truffatori del Capri e di altre attività di ristorazione che negli ultimi tempi hanno dovuto fare i conti con le mangiate a sbafo.
UN FENOMENO DIFFUSO
Perché se il caso di Gino Savino è diventato nazionale grazie a un pezzo della Prealpina, il fenomeno è esteso e colpisce la categoria tanto nelle località dimenticate dalle cartine geografiche quanto nelle città turistiche più famose. Vale dunque la pena per gli esercenti sporgere querela per insolvenza fraudolenta (se non addirittura per truffa), reato che non ha subito rivisitazioni con la riforma dell’ex ministro Marta Cartabia. Il titolare del Capri ha dato una chance alla sua clientela, chiedendo - in un cartello ben visibile all’ingresso - di saldare il conto prima di accendersi la sigaretta oppure di lasciare a garanzia un documento. Ma ci sono le telecamere all’interno dello storico ristorante dei Cinque Ponti e Savino non intende più farsi raggirare: d’ora in poi i filmati di chi si dilegua con pretesti di sorta verranno consegnate alle forze dell’ordine. Conseguenze? Adempimento, multa o reclusione fino a due anni.
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