DENUNCIA AI CARABINIERI
Lettere e bollette finiscono nel bosco
Giallo su un ritrovamento in via Archimede: corrispondenza ancora sigillata tra i rovi e l’erba

Una trentina di buste ancora perfettamente sigillate abbandonate, come fosse carta straccia, al limitare del bosco Ronchi: è la scoperta fatta, nel pomeriggio di giovedì, da una donna residente in via Archimede, nel tratto dove la strada (traversa di via Filzi al rione Olmina), s’inerpica leggermente andando a costeggiare il bosco.
È proprio fra l’erba e i rovi che la donna, uscita dal cancello della sua villetta, ha scorto poco più in là quel plico di buste abbandonato. «Mi sono incuriosita - ha spiegato - ma, avvicinandomi e notando che si trattava di corrispondenza ancora chiusa e, pertanto, non consegnata ai legittimi proprietari, sono rientrata in casa, ho preso dei guanti di gomma e un sacchetto e ho raccolto tutto».
Facendo scorrere rapidamente il plico e notando che fra le buste ce n’erano anche due indirizzate al cugino che abita a poca distanza da casa sua, la donna lo ha chiamato immediatamente. Stupito e anche comprensibilmente contrariato dall’accaduto (una delle due buste conteneva, infatti, una comunicazione importante di cui era in attesa da tempo), nella mattinata di ieri l’uomo ha portato il plico ai carabinieri dove è stata presentata la denuncia di rinvenimento.
Mentre apriva una delle due buste a lui indirizzate e si domandava per quale motivo il postino avesse gettato alle ortiche quel pacco di lettere, invece di consegnarle ai legittimi proprietari, l’uomo ha avuto il sospetto che Poste Italiane potesse entrare solo in parte in questa vicenda: sospetto confermato dalle verifiche che ha compiuto in seguito. «Una delle due lettere - ha riferito a questo proposito - era una bolletta, ma io so che la società che me l’ha inviata non si avvale solo di Poste per far recapitare la propria corrispondenza, ma anche di soggetti privati. È bastata una telefonata per ricevere la conferma che sul territorio di Legnano quel tipo di consegna era stata affidata proprio a un privato».
Ma allora volendo anche attribuire il gesto a un addetto negligente delle Poste che, complice magari il caldo, ha pensato bene di alleggerirsi del carico per finire prima il proprio turno di lavoro, ci si scontra subito con il fatto che parte di quella corrispondenza non poteva, appunto, essere nelle mani di Poste Italiane. E dunque? Plausibile, almeno sino a quando non sarà fatta luce sul caso, l’ipotesi che nel rione Olmina ci sia qualcuno che ruba la corrispondenza dalle cassette altrui non tanto per sbirciarne il contenuto (dato che nessuna delle lettere era stata aperta), quanto per dispetto, provvedendo a disfarsene poco dopo, dove capita.
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