STAZIONE
Nella terra di nessuno
Il degrado continua a imperare attorno allo scalo

Negli ultimi anni si sono susseguite promesse e progetti. Ma la situazione alla stazione di Legnano è rimasta pressoché sempre la stessa, ossia un pessimo biglietto da visita per la città.
Anni fa sembrava che tutta l’area, complice il progetto del terzo binario, dovesse addirittura essere rasa al suolo per realizzare una nuova stazione alcune centinaia di metri più avanti, praticamente dove c’era l’ex scalo Franco Tosi.
Inutile dire che oggi terzo binario è sinonimo di qualcosa di molto lontano nel futuro. Altra idea rimasta in sospeso quella di allargare piazzale Butti per creare un capolinea dei pullman (come in tutte le stazioni d’Italia e del mondo) e riqualificare al contempo tutto il contesto.
Anche in questo caso non è successo nulla, perché una trattativa seria per acquisire il terreno che manca (di proprietà della famiglia Trifone che aveva acquisito una porzione della Tosi) non è mai partita da parte del Comune.
Così la zona continua a essere una sorta di terra di nessuno, dove degrado e incuria si sommano a insicurezza nelle ore notturne. Quando era sindaco Alberto Centinaio la polizia locale aveva aperto, per alcuni giorni ogni settimana, un info-point per dare un preciso segnale dopo i presìdi effettuati con i militari dell’esercito, ma già con l’avvento della giunta di Gianbattista Fratus l’iniziativa è stata archiviata e il locale utilizzato per le riunioni del gruppo di controllo di vicinato. Vero che le pattuglie delle forze dell’ordine passano regolarmente più volte nel corso delle 24 ore, ma nulla possono contro la maleducazione e i vandali che si scatenano di notte: il vicino sottopassaggio di via Vittoria è oggi per esempio interamente coperto da scritte di ogni genere. Gli stessi servizi igienici della stazione sono inservibili da tempo perché regolarmente danneggiati, un problema a cui pare nessuno riesca a porre rimedio.
Alcuni piccoli segnali di miglioramento (o non peggioramento) vengono dall’ascensore del sottopassaggio pedonale che ora non è più guasto, dall’edicola che è tornata in funzione e dalla sala di aspetto che viene chiusa per precauzione alle 21.
Ma tutto attorno, anche sul lato di via Gaeta, lo scenario è desolante: scritte oscene sui muri, biciclette incatenate e pali e recinzioni (anche alcuni rottami che sono lì da mesi) per mancanza di rastrelliere, e quella zona transennata dalla rete arancione per la caduta di calcinacci che si era verificata a giugno e dove nessuno è più intervenuto.
Un capitolo a parte merita il parcheggio pubblico del grande condominio sul quadrilatero delle vie Toti, Pastrengo, Gaeta e Rossini: è chiuso da circa vent’anni per problemi strutturali.
© Riproduzione Riservata