IL PROCESSO
Limido: «La notte della rissa ero a casa a dormire»
Nuova udienza a Varese per un episodio avvenuto nel 2018 con imputato il leader dei Dodici Raggi

«Io quella notte non ero lì, possono confermarlo anche i carabinieri. Ero a casa mia».
Parola di Alessandro Limido, leader dei Dodici Raggi, che ieri mattina, lunedì 13 febbraio, è stato ascoltato in tribunale, davanti al giudice Davide Alvigini, nel processo che lo vede imputato per avere partecipato a una rissa che, nell’agosto del 2018, si concluse, alle 4 del mattino, con l’accoltellamento di un ventenne (ora parte civile con l’avvocato Cesare Bulgheroni) nei pressi di un locale sulla strada provinciale del lago di Varese.
LE TESTIMONIANZE
Già i testimoni ascoltati nella precedente udienza dichiararono di non avere visto Limido sul posto e nei momenti dell’aggressione. Circostanza confermata anche da un militare dell’Arma che, dopo avere esaminato le immagini degli impianti di videosorveglianza, affermò che tra i vari soggetti identificati durante la zuffa non c’era il numero uno dell’associazione di estrema destra.
Ieri è stata la volta della sua compagna: «Quella sera siamo andati a cena in un pub di Morazzone con alcuni amici. Verso mezzanotte siamo tornati a casa e da lì non ci siamo più mossi fino al mattino successivo».
Ma allora perché Limido si trova alla sbarra? A inguaiarlo è stato un amico del ragazzo ferito che lo riconobbe nelle foto mostrate dagli inquirenti. «Ma le immagini di quel book risalgono a parecchi anni prima, credo una quindicina», ha precisato Limido. Ad avvalorare la tesi dello scambio di persona, sostenuta dal suo difensore (l’avvocato Gabriele Bordoni), è la somiglianza tra l’imputato e diverse altre persone della sua cerchia di amici. «Persino nell’atrio della caserma - ha ricordato Limido - un altro ragazzo del nostro gruppo fu scambiato per me». Decisivo per le sorti del processo sarà perciò l’eventuale riconoscimento in aula, che finora però non è stato ancora possibile. Perché il ragazzo che accusa l’imputato - citato nuovamente per l’udienza di ieri dopo che era già stato convocato, senza successo, per quella precedente - non si è presentato neppure questa volta. E così il giudice lo ha multato (200 euro) per l’assenza non giustificata e ha disposto l’accompagnamento coattivo per la prossima udienza, a gennaio del 2024.
Per quella rissa tra due gruppi di italiani sono già stati condannati due giovani.
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