LE TESTIMONIANZE
Rissa con accoltellamento: «Limido non era presente»
Il leader dei Do.Ra. a processo ma i testi lo scagionano

Di Alessandro Limido, leader della comunità di estrema destra dei Dodici Raggi, fino a qualche anno fa con sede a Caidate di Sumirago, la cronaca si è occupata solo qualche giorno fa. Quando lui e altri sette esponenti del gruppo (più un accompagnatore) sono stati denunciati al termine del raduno anti green pass che ha riunito sabato scorso a Milano 50mila manifestanti. Limido ha passato una notte in cella e poi ha contestato la ricostruzione secondo cui avrebbe guidato il corteo con gli altri Do.Ra. e sarebbe stato così «motivo scatenante dei disordini» (secondo alcuni media). Sei giorni dopo, e cioè ieri, venerdì 29 ottobre, altra accusa per lui, in questo caso arrivata già alla fase del processo, e cioè quella di aver partecipato a una rissa che nell’agosto di tre anni fa si concluse con l’accoltellamento di un ventenne nelle vicinanze di un locale sulla strada provinciale del Lago di Varese. Accoltellamento che per fortuna non provocò gravi danni perché la vittima fu colpita dal fendente a una gamba. Anche in questo caso, comunque, Limido contesta con forza le accuse mosse contro di lui e contro un altro imputato dalla Procura di Varese davanti al giudice Antonella Vitale. E con buone possibilità di successo, almeno a giudicare da quello che è accaduto ieri in aula, dove sono stati sentiti come testimoni due ragazzi che alle quattro del mattino del 5 agosto 2018 erano sulla lacuale e furono più o meno coinvolti nella rissa poi trasformatasi in aggressione all’arma bianca, e un carabiniere che condusse le indagini subito dopo e nei giorni seguenti. I testimoni oculari hanno detto infatti di non ricordare la presenza di Limido - che era in aula con il suo difensore - in quei momenti concitati. E il carabiniere ha spiegato che dalle esame delle immagini di diversi impianti di videosorveglianza si arrivò sì a individuare diversi soggetti noti all’Arma e coinvolti nel parapiglia (due sono già stati condannati in abbreviato a dieci mesi di carcere), ma non Limido. La “battaglia” tra i due gruppi, composti rispettivamente da quattro e tre persone, tutte di nazionalità italiana, si scatenò dopo che alcune ragazze avevano chiesto un passaggio per tornare a casa. Dopo una prima fase, fatta di spintoni, manate, pugni e calci, si arrivò alla seconda, con uno dei ragazzi di un gruppo colpito prima alla testa da un individuo che usò un casco come oggetto contundente e poi da un altro che utilizzò invece un coltello e lo ferì a una gamba. I giovani già condannati hanno escluso che Limido fosse presente, lui ha sempre sostenuto che era a casa a dormire e ieri i testimoni non hanno certo rafforzato la tesi accusatoria di una sua presenza: il 25 marzo e il 20 maggio del prossimo anno udienze con gli ultimi testi, discussione e sentenza.
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