L’AUTODIFESA
L’influencer: «Quella sentenza è una follia»
La gallaratese Cristina Bertevello ricorrerà in Cassazione dopo la condanna a tre anni e quattro mesi

«Andrò in Cassazione, non ci sono dubbi, questa condanna non ha senso»: la influencer Cristina Bertevello non accetta i tre anni e quattro mesi confermati dalla Corte d’Appello di Milano per una vicenda «in cui io non c’entravo nulla».
I fatti risalogono al 2019 e coinvolgevano l’ex fidanzato Omar Ampolo, il pusher Daniele Del Monte e altri quattro ragazzi che all’epoca bazzicavano lo stesso giro: sullo sfondo l’universo parallelo dei social, in primo piano stupefacenti e disagi assortiti. Ampolo - che ha patteggiato tre anni e sette mesi - e Mattia Crosta, ossia l’amico infedele appeso al faggio e picchiato, avevano acquistato una partita di marijuana (legale) da Del Monte e non l’avevano pagata entro i termini stabiliti. Ne nacque una sorta di faida da ghetto che il gup Stefano Colombo, in primo grado, riassunse evocando una sceneggiatura del “regista dj”: «Tutti i soggetti coinvolti si sono messi in luce con atteggiamenti intimidatori, violenti e prevaricatori tipici delle caratterizzazioni delinquenziali care al cinema di Tarantino».
LA DIFESA DI BERTEVELLO
La ventiseienne, popolarissima su Instagram e corteggiatissima dai brand più prestigiosi, stenta a credere di essere associata a quel milieu: «Sono stata condannata a due mesi in più di Albano Dova (noto caso di marzo 2022 accaduto nel Trevigiano), un ventisettenne accusato di tentata violenza sessuale e lesioni. Ma come è possibile? Io non ho commesso nulla di quanto contestato agli altri imputati, i giudici parlano di «Una presunta consapevolezza delle azioni che avrebbe potuto commettere il mio ragazzo» quando in realtà dalle indagini è emerso che ero estranea a tutto e anche alle conoscenze di presunti colpevoli e presunte vittime. Sono incensurata, conduco una vita di tutt’altro genere, come è possibile un trattamento simile? È follia, la giustizia è una presa in giro».
Il presidente del collegio giudicante Renata Peragallo depositerà le motivazioni entro trenta giorni, dopo di che l’avvocato Stefano Bettinelli preparerà il ricorso in Cassazione.
«VOGLIO ANDARE IN CASSAZIONE»
Cristina Bertevello riflette sulle circostanze e sul contesto da cui gli inquirenti si sono formati un’idea accusatoria. «Avrei capito una condanna minore, se proprio avessero voluto incolparmi di qualcosa. Ma ho preso una condanna uguale a chi queste cose le ha fatte veramente. Non sono state differenziate le posizioni e le responsabilità. Per questo non mi arrendo, mi costerà 10mila euro, ed è assurdo dover pagare così tanto per difendermi da accuse ingiuste, ma voglio andare in Cassazione». La corte d’appello martedì ha confermato in pieno la sentenza del gup Colombo: tre anni e mezzo a Del Monte, tre anni e quattro mesi per Mohamed Kassouar e tre anni e mezzo per Mehdi Finocchiaro. Tre anni e quattro mesi per Samuel Monguzzi e Silmane Kallala. Quattro mesi invece per Parsifal Xotta.
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