IL GIUDIZIO
«Litigi in luna di miele? Normale»
Al processo per la donna asiatica precipitata nel vuoto all’Ibis parla una guida turistica: «Per i coreani è tradizione avere continui screzi in viaggio di nozze»

«Per i coreani è una tradizione litigare sempre durante il viaggio di nozze, infatti non era questa la stranezza della coppia. Strano era che i due bevessero così tanto»: sul giallo dell’Ibis ha detto la sua, il 6 maggio, la guida turistica coreana che accompagnò Park Dahe e Aan Jung Mee nel più classico dei tour de force asiatici. Dall’11 al 18 maggio dell’anno scorso gli sposini visitarono Pisa, Roma, Pompei, Napoli, Firenze, Montecatini, Venezia e Milano. I due saltarono solo la tappa delle Cinque Terre perché l’alcol aveva messo ko la donna. Gli effetti che birra, vino e drink avevano su di lei sono stati ben descritti dal testimone. Il giorno dedicato alla Liguria fu un delirio: Aan non scendeva dalla camera, Park era giù con la valigia allegro e ubriaco pronto a partire lasciando la neo sposa al suo destino. La guida turistica andò in stanza con altri due turisti per vedere cosa fosse accaduto, Aan dormiva sul letto vestita e con le scarpe, a terra c’era un tappeto di vetri. Risvegliata dai tre, si coprì il volto con le mani e scappò gridando. Dovettero cercarla per 40 minuti prima di stanarla sotto il tavolo delle colazioni, nascosta dalla tovaglia. «Mi vergogno, non voglio andare sul pullman», diceva e fuggì ancora arrampicandosi sulla scala anti-incendio, con il marito che la seguiva «ma che non l’ha mai picchiata». «Quando Aan beveva diventava rigida, dura, si metteva a comandare», ha spiegato il teste, lasciando inoltre supporre che la donna non volesse tornare in Corea. Sta di fatto che la notte successiva Aan cadde dal davanzale della finestra dell’Ibis e Park venne arrestato per omicidio. Due le istanze che gli avvocati Guido Camera e Daniela Quatraro hanno presentato alla Corte d’assise presieduta da Renata Peragallo.
Servizio completo sulla Prealpina del 7 giugno
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