L’INTERROGATORIO
«Io violento? Lei mi ha lasciato»
Lo stalker piromane manifesta anche al magistrato la sua ossessione per la ex

«Qua c’è un solo problema ed è che lei mi ha lasciato».
Ha esordito così Maurizio Nardella davanti al gip Giuseppe Limongelli.
Ieri mattina, lunedì 27 maggio, Nardella è stato interrogato in carcere, dov’è detenuto da venerdì 24 maggio con l’accusa di stalking nei confronti della ex e d’incendio.
Il giudice lo ha subito riportato davanti alla gravità dei gesti compiuti nei giorni scorsi, ma il cinquantaseienne non ha voluto sentire ragioni.
«La cosa grave è che lei mi ha mollato. Ma perché mi ha lasciato? Lei sa dirmelo?».
Alla richiesta di spiegazioni sugli 800 messaggi inviati alla vittima in pochissimo tempo, Nardella si è giustificato: «Ma erano tutti messaggi d’amore, non di minacce».
L’uomo ha solo un’ossessione, quella per la donna che dopo una breve e non assidua frequentazione, durata poche settimane, ha deciso di interrompere i rapporti. Chissà, forse perché si è presto resa conto di avere a che fare con un soggetto monomaniacale.
Il cinquantaseienne, già noto alle forze dell’ordine, ha anche un’altra preoccupazione, quella per il suo cane «che è mio convivente, lo scriva che convivo con il mio cane».
Voleva conoscere le condizioni del pitbull ma può stare sereno: il suo avvocato, Francesca Cramis, ha provveduto ad affidarlo a una persona che se ne prenderà amorevolmente cura fino a quando - e se - il bustese non otterrà di nuovo la libertà.
L’uomo ha comunque negato di aver appiccato il fuoco sotto casa della vittima e sotto l’abitazione della sua inquilina.
Tuttavia nulla di ciò che ha dichiarato gli è valsa la scarcerazione.
Per ora starà in via per Cassano, poi eventualmente l’avvocato Cramis chiederà una perizia, perché che non sia del tutto equilibrato sembra evidente.
Sono tanti i precedenti con cui deve fare i conti: a luglio dell’anno scorso, per esempio, era stato arrestato dalla polizia per detenzione di armi.
«Uccido la mia ex», avrebbe annunciato al bar, mettendo in allarme i clienti. Partì una telefonata al Commissariato e gli agenti corsero a perquisirgli l’appartamento: trovarono un revolver calibro 22, risultato rubato a Lodi nel 2008.
Nel 2016 patteggiò 18 mesi per stalking e venne dichiarato seminfermo di mente, ma non pericoloso.
Secondo l’accusa, per due anni aveva assillato la ex compagna albanese toccando l’apice ad aprile del 2016, in un parcheggio di Bodio Lomnago: l’uomo cosparse di benzina l’auto della donna per poi darle fuoco. Non solo.
Profanò pure la tomba di suo figlio, ammazzato il 30 dicembre 2015 a Locate Varesino e abbandonato dagli assassini all’ospedale di Tradate.
Quando decise di lasciare Nardella, la poveretta dovette subire il vilipendio della tomba del ragazzo. L’albanese trovò una scritta vergognosa al cimitero: «Sei una troia, farai la fine di tuo figlio».
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