AVVISTAMENTI
L’orso scappa. Spaventato dal flash
Terza incursione in pochi giorni. L’animale immortalato da una fototrappola. È a caccia di miele
Prima il sospetto, poi la conferma del suo passaggio. Ed ora la certezza che l’orso è tornato nel Verbano Cusio Ossola, con tutta l’intenzione - sembrerebbe - di volersi fermare per un po’ a queste latitudini.
Il plantigrado si è infatti reso protagonista domenica sera, 3 maggio, del terzo raid consecutivo alle arnie di Villadossola, attirato dal miele.
Ma la sua presenza, se da una parte incuriosisce, dall’altra preoccupa. Ad essere intimoriti sono in particolare gli abitanti della zona collinare di Villadossola, area che si spinge con diversi nuclei abitativi da una parte fino all’imbocco della Valle Antrona, e dall’altra alla periferia sud di Domodossola.
Paure in parte infondate perché l’orso è un animale prevalentemente notturno e tende solitamente, per la sua natura selvatica, a fuggire dall’uomo. Come è successo domenica notte quando, dopo essere stato immortalato (come era già successo la sera prima) dalla fototrappola, spaventato dal flash è subito scappato nel vicino bosco.
La polizia provinciale ha piazzato nuove strumentazioni e confida di poterlo filmare nuovamente.
«Abbiamo sistemato in zona altri dispositivi con cui sarà possibile fare anche dei video, non è garantito che ritorni perché domenica sera, abbagliato dal flash, si è davvero spaventato» spiega il comandante della Polizia provinciale, Riccardo Maccagno.
La prima incursione risale ad alcuni giorni fa. Sabato 2 maggio l’apicoltore, dopo aver trovato sei arnie distrutte, aveva allertato la polizia. In giornata sono quindi state piazzate le fototrappole e poche ore dopo ecco che l’orso è tornato, distruggendo una nuova arnia e facendo incetta di miele. Poi quest’ultima incursione, con l’orso che è stato immortalato dalla fototrappola alle 22.22. Ora si spera in una nuova visita.
«Con nuove foto ed ora anche i filmati, avremo ulteriori preziosi elementi per capire di che orso di tratti» spiega ancora Maccagno. Si ipotizza infatti che l’animale (denominato “M29” e partito tre anni fa dal Trentino e passato dalla Svizzera) possa essere lo stesso che alla fine di giugno del 2019 s’era introdotto nel giardino di una villetta di Crevoladossola, per poi allontanarsi aprendosi un varco nella recinzione in legno. «In quell’occasione si era ferito ed eravamo riusciti col sangue a ricavarne il Dna. Durante queste tre incursioni alle arnie abbiamo trovato soltanto le impronte».
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