LA DECISIONE
Valichi aperti anche di notte
Berna boccia la chiusura: «La criminalità non passa dalle dogane»

«I valichi secondari non saranno chiusi». Nemmeno quelli del Luinese.
Ad affermarlo è il Governo federale, a Berna, in risposta a un’interrogazione giunta lo scorso 3 giugno dal deputato ticinese dell’Unione democratica di centro (Udc), Marco Chiesa.
La notizia è una doccia gelata per il Ticino, per coloro che speravano in una chiusura. E, al di fuori delle posizioni politiche, tutte legittime, da Berna arrivano informazioni importanti sui colpi degli ultimi mesi avvenuti nell’area del Malcantone. Quella che ha i valichi nel mirino della politica ticinese e che sono proprio nel Luinese: Palone, Ponte Cremenaga e Fornasette.
«Il Consiglio federale», è scritto nella risposta, «è consapevole che i cittadini sono preoccupati per via dei bancomat fatti esplodere per poi svuotarli, ma attualmente non ravvisa alcuna necessità di richiudere i valichi di confine. Infatti, la statistica criminale del Canton Ticino evidenzia in particolare il calo, da diversi anni, dei furti con scasso. Per quanto riguarda i cinque bancomat fatti esplodere dal 2018, la polizia cantonale ticinese è riuscita a stabilire che i criminali erano arrivati in Svizzera attraverso il confine verde. Di conseguenza, non vi è alcun collegamento tra questi furti e un’eventuale chiusura notturna dei valichi secondari».
Il tema dei valichi verdi era stato affrontato dal sindaco di Dumenza, Corrado Nazario Moro, in un’intervista a Prealpina: indicava la necessità di avere impianti di videosorveglianza intelligenti, anche perché puoi presidiare un valico - diceva - ma non decine di chilometri di frontiera verde. E l’esecutivo svizzero sembra ragionare in questa direzione.
«Il Consiglio federale - prosegue la nota - ritiene che la situazione non è cambiata in modo tale da giustificare un nuovo periodo di test. I valichi di confine sono sorvegliati in modo completo con altri mezzi, come le telecamere. Inoltre, il 15 giugno 2018 il CF ha deciso di munire i valichi di confine secondari di barriere che vengono chiuse solo in caso di necessità, ad esempio nel caso di un allarme».
Scrivono chiaramente che tutto rientra nell’ottica di collaborazione con l’Italia e l’Europa: ritengono pertanto che «la chiusura dei valichi di confine durante la notte presenti attualmente pochi vantaggi» ed ulteriori misure di controllo comporterebbero degli aggravi per l’economia, l’ambiente e la mobilità della popolazione.
Il Governo svizzero ritiene insomma che il livello di sicurezza in Svizzera sia elevato.
Naturalmente questa decisione rinfocolerà una serie di polemiche tra alcuni partiti politici ticinesi e Berna. Ma al di là di questo, per i sindaci italiani è il momento di incontrare gli omologhi ticinesi stilando un progetto comune per la sicurezza, soprattutto in quelle aree del Luinese dove latitano le telecamere o non ci sono affatto.
I valichi minori dunque non chiuderanno ma, lo hanno ribadito ieri, venerdì 16 agosto, gli stessi primi cittadini italiani, sapere che i valichi verdi potrebbero essere praterie per la criminalità non fa dormire sonni tranquilli a nessuno.
© Riproduzione Riservata