IL DELITTO
Luino, ucciso dal figlio. Coltello macchiato di sangue
La vittima è Boris Rezzonico di 57 anni. In stato di fermo il 25enne Francesco Ammanuel. La tragedia in un appartamento in via Vittorio Veneto

Una lite in casa e un coltello da cucina di grandi dimensioni: è bastato questo per trasformare una serata d’estate, ieri, domenica 6 luglio, in una tragedia familiare. Un uomo è morto, un figlio è stato portato in caserma, un altro ragazzo e la madre hanno cercato inutilmente di intervenire. È successo a Luino, in via Vittorio Veneto 39, in un appartamento al primo piano di una piccola palazzina che ancora diverse ore dopo aveva tutte le luci accese per i rilievi dei carabinieri.
La vittima si chiamava Boris Rezzonico, 57 anni, cittadino svizzero. Viveva a Lugano insieme ai due figli adottivi, entrambi maggiorenni. Ieri erano venuti in Italia per far visita alla madre, ex moglie dell’uomo, nota avvocata a Lugano, specializzata nella tutela dei rifugiati, che da poco abita proprio in quell’appartamento di Luino.
SOCCORSI INUTILI
Intorno alle 19, per ragioni ancora da chiarire, tra il padre e il figlio maggiore Francesco Ammanuel Rezzonico, 25 anni, è scoppiata una lite violenta. In casa era presente anche l’altro figlio, che avrebbe cercato di difendere il padre. Nel giro di pochi minuti il diverbio è degenerato: il giovane avrebbe afferrato un coltello da cucina colpendo il padre con almeno una coltellata fatale. Quando i soccorritori del 118 sono arrivati, con ambulanza e automedica, per l’uomo non c’era già più nulla da fare. È morto prima ancora di essere caricato sull’ambulanza.
Francesco, intanto, dopo aver colpito il padre, si era allontanato dall’abitazione. I carabinieri di Luino lo hanno rintracciato poco dopo, a due passi dalla casa della madre, e portato in caserma. A notte fonda, è scattato nei suo confronti il provvedimento di fermo con l’accusa di omicidio. Il 25enne era rimasto coinvolto nel 2019 in un’indagine della Digos sugli anarchici che diedero vita a una guerriglia durante una manifestazione di protesta contro lo sgombero di un centro sociale. Era stato arrestato.
IL COLTELLO MACCHIATO DI SANGUE
Sul posto sono intervenuti non solo i carabinieri della compagnia di Luino ma anche quelli della Squadra rilievi del Nucleo investigativo di Varese. Gli uomini dell’Arma hanno lavorato fino a tarda sera per ricostruire esattamente la dinamica dell’omicidio e raccogliere tutte le prove utili all’indagine. È stato rinvenuto il coltello da cucina ancora macchiato di sangue.
Presente anche il pubblico ministero di turno, Carlo Enea Parodi, che ha seguito l’inizio dei rilievi nell’appartamento prima di trasferirsi in caserma, dove c’era Francesco Ammanuel Rezzonico.
MOVENTE DA CHIARIRE
Le ragioni del gesto restano ancora da chiarire. Saranno decisive le testimonianze del fratello e della madre, che al momento sarebbe sotto shock ma non avrebbe riportato ferite. La donna avrebbe accusato un malore durante o subito dopo l’aggressione, ma le sue condizioni non destano preoccupazioni. E non è stato necessario portarla in ospedale.
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