L’INCHIESTA
Mafia in Lombardia: al via il maxi processo Hydra
Alla sbarra anche una ventina di imputati del Varesotto

Dati alla mano, delle 143 persone che figurano imputate nella maxi udienza preliminare legata all’inchiesta “Hydra” della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, su una presunta alleanza in terra Lombarda tra esponenti di Cosa Nostra, camorra e ‘ndrangheta, quasi una ventina risiedono in provincia di Varese (da Taino a Busto Arsizio passando per Gallarate, Vergiate e Uboldo) e più di una dozzina nell’Altomilanese (da Legnano a Busto Garolfo, passando per Vanzaghello, Villa Cortese e Inveruno).
Una presenza consistente che non può e non deve sorprendere. Lo sforzo investigativo della pm Alessandra Cerreti, ora affiancata anche dal collega Rosario Ferracane, ha messo a fuoco un’associazione criminale radicata proprio tra l’Altomilanese e Varese, che avrebbe unito esponenti provenienti da Cosa Nostra, ‘ndrangheta e camorra in una struttura orizzontale per poi riproporne i tratti distintivi delle rispettive organizzazioni di provenienza.
L’udienza preliminare davanti alla gup milanese Giulia Mancini prenderà il via tra meno di tre settimane: si partirà il 20 maggio. L’appuntamento nell’aula bunker adiacente il carcere di Opera, data l’indisponibilità delle altre due aule bunker milanese, quella di piazza Filangieri, di fronte a San Vittore, e quella di Ponte Lambro.
Della trentina di imputati per i quali la Corte di Cassazione ha avvallato la misura della custodia cautelare in carcere, figurano il boss del locale di ‘ndrangheta di Legnano e Lonate Pozzolo (condannato all’ergastolo per l’omicidio di Cataldo Aloisio) Vincenzo Rispoli e Francesco Rosi, pluripregiudicato legnanese che avrebbe riformato il clan decapitato dopo le ultime inchieste; fratelli di Castelvetrano di Taino Rosario e Giovanni Abilone; e il gelese di Busto Rosario Bonvissuto. Tredici le parti civili sin qui coinvolte, tra cui Regione Lombardia e i Comuni di Varese e Milano.
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