TRIBUNALE
«Mi ha palpata mentre lavoravo»
Molestata dal cliente mentre serviva al bar: il racconto di una cameriera. Uomo di Besozzo a processo

Palpò il sedere alla barista e poi, il giorno dopo, tornò nel locale e aggredì il titolare, ferendolo con un coltello. Per questo un 54enne di Besozzo è accusato di violenza sessuale, lesioni personali, minaccia e porto di oggetti atti a offendere.
L’episodio che è stato ricostruito davanti al collegio del Tribunale di Varese risale al 29 aprile del 2017. In aula, nella seconda udienza del processo, è stata sentita la giovane dipendente del locale pubblico, che ha confermato quanto raccontato nella denuncia presentata due giorni dopo i fatti.
Mentre passava tra i tavoli per servire i clienti l’imputato le mise una mano sulle natiche e le strinse. Racconto confermato anche da un’altra donna presente quel pomeriggio nel bar: «Ho visto quel signore che le ha toccato il fondoschiena, in malo modo. Lei gli ha detto di smetterla, lui ha continuato a provocarla, tanto che alla fine la ragazza si è messa a piangere».
Diversa la versione fornita da un uomo, testimone della difesa, secondo il quale l’imputato stava parlando animatamente e, gesticolando, ha toccato inavvertitamente il sedere della ragazza. La stessa tesi da sempre sostenuta dal 54enne (difeso dall’avvocato Camilla Paruccini) che fornirà la propria versione nell’udienza del 22 settembre. Quando dovrà difendersi non solo dall’accusa di violenza sessuale, ma anche da quella di lesioni e minacce.
Secondo la Procura, infatti, 24 ore dopo quell’episodio l’uomo si ripresentò nel bar per chiarire le cose: ad attenderlo trovò il titolare, con il quale nacque un’accesa discussione, poi degenerata. L’imputato estrasse un coltello e colpì al collo, per fortuna in modo superficiale, il “rivale“, poi medicato in ospedale e dimesso con una prognosi di una settimana.
Tra 12 giorni in aula sarà anche proiettato il video delle telecamere di sorveglianza che avrebbero ripreso lo scontro tra i due uomini. Poi la discussione e infine la sentenza.
Non è purtroppo la prima volta che viene denunciata una molestia su un luogo di lavoro
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