TEMPISTICA
Malpensa, «Al lavoro per il T2»
L’ad di Sea: se confermato il trend positivo, aprirà nell’estate 2023

«Se il trend positivo che abbiamo registrato quest’estate si consoliderà anche nei prossimi mesi, il Terminal 2 di Malpensa riaprirà nell’estate 2023. Noi siamo già al lavoro per riuscire a centrare questo obiettivo».
Armando Brunini, amministratore delegato di Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi di Malpensa e Linate, è cautamente ottimista.
LE SPADE DI DAMOCLE
La prudenza è d’obbligo a causa della situazione geopolitica mondiale e delle incertezze causate da crisi energetica e dall’impennata dell’inflazione. «Due elementi - dice - che vanno a impattare sia su di noi a livello di bilancio, sia sulle famiglie, alle prese con gli aumenti dei prezzi nella vita quotidiana e anche dei biglietti aerei».
Certo, guardando avanti, la speranza è quella di riaprire davvero nell’estate 2023. «Noi abbiamo già avviato i lavori per rimetterlo in funzione - spiega il numero uno di Sea - È chiaro che la sua riapertura è legata allo sviluppo di traffico. Se i prossimi mesi confermeranno la tendenza in atto al recupero rispetto al pre Covid, si ripartirà. Se invece dovessimo assistere a una nuova frenata, allora dovremo rivedere i nostri intenti perchè riaprirlo sarebbe uno spreco. Una cosa è certa: nel momento in cui ci saranno di nuovo arei in partenza dal Terminal 2, allora spingeremo anche per incrementare l’offerta».
Va detto che i numeri registrati nell’estate appena finita fanno ben sperare.
«Devo dire che quest’anno ci siamo trovati di fronte a una piacevole sorpresa - conferma Brunini - dal momento che abbiamo registrato una ripresa al di sopra delle nostre aspettative. C’è stato un rimbalzo inaspettato che non ci riporta esattamente alla situazione pre Covid, ma ci si avvicina molto. A settembre, ad esempio, il sistema Linate-Malpensa è a -3% rispetto allo stesso mese pre Covid».
LINATE MEGLIO DI MALPENSA
L’amministratore delegato di Sea chiarisce anche che il recupero di Malpensa è leggermente più lento rispetto a quello di Linate, dal momento che pesano i voli intercontinentali. «Gli Stati Uniti sono andati meglio del 2019 - specifica Brunini - e bene è andato anche il Medio Oriente. Ma non dimentichiamo che l’Asia è ancora pressoché chiusa. Una situazione che evidentemente porta con sé delle ripercussioni». I numeri di ottobre ovviamente non sono ancora disponibili, ma le previsioni sono per una conferma rispetto a settembre. E, elemento molto importante, «le compagnie ci hanno informato che hanno già buoni riscontri di numeri su dicembre». Così, complessivamente l’anno chiuderà con una forbice compresa tra il 20 e il 15 per cento in meno rispetto al pre Covid, «ma ricordiamo che i primi mesi del 2022 erano ancora molto complicati», chiarisce Brunini. Certo ora c’è una variabile in più di cui tener conto: la crisi energetica. «Dopo due anni di pandemia che ci ha svuotato i conti - sottolinea il numero uno di Sea - ora i volumi sono in crescita ma il costo energetico per noi è quasi quadruplicato. E questo ci assorbe una buona parte dei recuperi ottenuti in questi mesi, a discapito degli investimenti. Per infrastrutture come le nostre è una vera emergenza. Anche perchè noi abbiamo un sistema rigido per cui non abbiamo possibilità di scaricare in qualche modo questi incrementi». Ecco perchè sul futuro la cautela è d’obbligo.
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