EMERGENZA COVID
Aeroporto vuoto dentro e fuori
Il calo del traffico aereo OGGI è pari all’80% rispetto a un anno fa: Terminal 1 a rischio chiusura?

L’aeroporto è ormai deserto con un calo pari all’80 per cento del traffico aereo rispetto alla normalità di 12 mesi fa.
Così la paura che il Terminal 1 possa nuovamente essere chiuso come lo scorso 13 marzo e dopo che era stato riaperto a metà giugno, serpeggia fra i dipendenti: da qualche giorno nei corridoi dello scalo della brughiera la voce circola e si parla di un nuovo trasloco al Terminal 2.
Ma, al momento, è soltanto un’ipotesi - e stando ai dati ufficiali anche remota - legata alle scelte di Enac e ministero dei Trasporti che si potrebbe concretizzare soltanto se lo scenario dovesse tornare quello dello scorso marzo, ovvero un lockdown severo in tutta Italia e un traffico aereo ridotto del 99 per cento dei voli. Il futuro è fluido e legato alle decisioni del Governo.
Lo scenario
In questo momento Sea è impegnata su più fronti in progetti per una rimodulazione delle aree del Terminal 1. C’è l’esigenza di ridisegnare gli ampi spazi aperti ai passeggeri sia per ridurre le zone dove controllare chi transita sia per evitare la dispersione naturale legata un aeroporto internazionale che al momento opera una media 100 voli al giorno. Dopo l’operazione dei mesi scorsi per adattare il Terminal 1 con termoscanner, erogatori di disinfettanti, sedute sbarrate da apposite cinghie, ora è il momento di un altro cambiamento.
Da capire è se sarà chiuso il satellite centrale del Terminal 1, come era già accaduto: ogni opzione è legata alla sicurezza sanitaria.
Intanto, dallo scorso 6 novembre, i dipendenti non possono più accedere allo scalo dall’ingresso del piano Partenze che è stato chiuso; l’accesso per gli operatori aeroportuali e gli equipaggi di volo è tornato a essere l’1B (considerato molto scomodo dagli addetti) usato durante l’operazione “Bridge” (chiusura di Linate con tutto il traffico aereo dirottato su Malpensa) nell’estate 2019.
Nel lockdown
Il Terminal 2 al momento è chiuso.
L’hub associato alla low cost Easyjet, che durante il lockdown ha mantenuto accesa la speranza di collegamento col resto del Mondo, dallo scorso maggio è inattivo. Durante il confinamento è stato l’unico contatto con l’Europa e con il resto dell’Italia: ogni giorno decollava un volo per la Germania operato da Lufhansa; c’erano inoltre i voli per Roma e un volo per Cagliari, oltre a quelli umanitari.
La fotografia
Al momento le principali compagnie operative sono Easyjet, Ryanair, Wizzair per quanto riguarda le low cost. Lunedì 9 novembre, da Malpensa sono decollati 60 voli e ne sono atterrati altrettanti.
Il primo, quello delle 6, è stato un Ryanair per Lamezia Terme. Davanti alle schermate di partenze e arrivi emerge come stiano lavorando principalmente le due low cost, EasyJet e Ryanair: ieri sono partiti 19 voli della compagnia di Dublino e 10 la compagnia britannica.
Per quanto concerne l’altra low cost, Wizzair, che ha lanciato sul mercato biglietti a prezzi stracciati, ieri ha volato solo un apparecchio. Sono decollati anche i velivoli per New York con Delta, Abu Dhabi con Ethiad, Parigi con AirFrance, Monaco con Lufthansa, Lisbona con Tap. Nei prossimi giorni sono programmati ancora meno decolli e partenze.
È evidente che lo scenario sia critico a causa della pandemia, non solo per Malpensa. Basti pensare che secondo dati Iata, i governi hanno concesso aiuti alle compagnie aeree per 162miliardi di dollari. E che Klm, la compagnia più vecchia al mondo, ha annunciato il taglio di 5mila posti di lavoro.
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