RAP
«Amo Brebbia di notte»
È uscito il secondo disco del varesotto Massimo Pericolo. Etichetta Sony, il musicista

C’è Brebbia, tra amore («Amo Brebbia di notte, odio Angera d’estate», citando il rap di un amore finito in “Stupido”) e odio («Brebbia è un postaccio/Cazzo, mezza pizza al trancio, mezza pinta al banco/E qui non c’è nient’altro/Entro in casa e piango», nel racconto di un ragazzo diventato ora adulto di “Brebbia 2021”).
Ma c’è anche tutto il circondario: da Gavirate («Gavirate gang, gang, per le strade slang, slang»; «Gaviracket gang gang»; «Fatti un giro a Gaviraq») ad Angera, “Besoz” e Laveno, tutte citate nella scura “Bang Gang” dall’irresistibile atmosfera orientale). Stupirsi? Nemmeno per sogno. D’altronde, come poteva dimenticarsi di “casa” il rapper simbolo del Lago Maggiore targato Varese nel suo secondo album “Solo Tutto”?
Le radici di Massimo Pericolo, all’anagrafe Alessandro Vanetti, 28 anni, sono ben piantate da queste parti. E le sue storie iperrealiste e a tutta verità, in un flusso di auto-coscienza in apparenza senza filtri, che se ne frega delle inibizioni e non ha paura di essere anche volgare, non potrebbero essere le stesse se ambientate altrove. “Vane” è ormai un fenomeno mediatico (lo chiamano in Rai per sentire la voce dei “giovani” e si fa intervistare dalle “Iene”), ma nonostante il successo e la sua nuova etichetta discografica (una big internazionale come la Sony) resta lontano anni luce dai lustrini del “mainstream”.
Come quando era uscito dai Miogni per questioni di spaccio, ancora oggi il suo rap è lo strumento preferito per esprimere un bisogno, il suo modo per raccontare e, soprattutto, per raccontarsi. Dedicato a un’amica d’infanzia, Martina, morta nel luglio scorso, il successore dell’acclamato “Scialla Semper”, disponibile in quattro versioni, andando oltre gli stereotipi dell’hip hop, non delude e mostra una volta di più tutta la sua attenzione per la scrittura. Nel senso che si può parlare di gang - forse la parola più ripetuta nelle 15 tracce, delle quali fanno parte anche i singoli “Beretta” e “Bugie” -, di vita di strada, di “roba” (e di liti per la “roba”), di provincia, di treni regionali e di sesso e di insoddisfazione a vari livelli, in una riedizione 2.0 di “sesso, droga e rock’n’roll”, ma scrivere bene resta una stella polare. Impietoso (soprattutto con se stesso) e fatalista («Questa vita prima o poi cambia pure se non vuoi/E son solo cazzi tuoi»), sembra meno nichilista e senza futuro rispetto agli esordi, consapevole che «avere tutto non fa felice, ma non averlo mi rende triste». Dimenticavamo: gli incredibili arrangiamenti targati Crookers, il produttore; e le ospitate. Due su tutte: Salmo, uno dei “re” del nostro rap; e la rivelazione Madame. Tutta gente con personalità e che fa dell’unicità la propria cifra stilistica. Proprio come Massimo Pericolo.
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