Governo
Mattarella avvisa: sono arbitro silente ma presente e persuasivo
Il mio primo compito è suggerire ed esortare. Lo faccio senza pubblicità perchè è più efficace

Roma, 28 nov. (askanews) - "C'è un'affermazione frequente: il Presidente della Repubblica sarebbe come un arbitro. Voi avete presente le partite di calcio: quando il gioco si svolge regolarmente, senza falli e senza irregolarità, l'arbitro neppure si nota, quasi non ci si accorge che sia in campo, interviene soltanto per regolare quando le cose non vanno.
Questo è un po il mio compito, questo avviene spesso con due attività: esortazione e suggerimenti, cioè attraverso la persuasione. Quindi è un lavoro che in larga parte non si vede perché non si fa con i proclami. La persuasione è più efficace se non viene proclamata in pubblico. Questa attività di esortazione e di suggerimenti non si vede ma è la più importante attività del Capo dello Stato". Lo ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, incontrando alcuni studenti al Quirinale.
- "La vita - ha risposto Mattarella alle domande degli studenti di alcuni licei sulla vita del capo dello Stato- è piuttosto intensa. Vi sono alcune cose più visibili della mia attività che sono quelle 'di rappresentanza'. Vengono spesso Capi di Stato stranieri in Italia e li ricevo qui al Quirinale; abbiamo dei colloqui in cui parliamo dei rapporti tra i nostri Paesi. Vi sono delle visite nei Paesi stranieri per affermare l'amicizia e la collaborazione del nostro Paese. Vi sono tante cerimonie che non sono formali e inutili, ma sono l'emblema della nostra vita comune. Quando vado all'altare della Patria a Roma per rendere omaggio al Milite Ignoto è un gesto che riguarda l'intera comunità nazionale. O quando ricevo qui al Quirinale gli ambasciatori stranieri che arrivano nel nostro Paese e si presentano è un'occasione formale: in quel momento rappresento tutto il nostro Paese che accoglie il rappresentante di un altro Stato. Vi sono molti momenti così, di rappresentanza".
"Poi vi è un lavoro diverso", ha proseguito Mattarella che, accompagnati dal ministro dell'Istruzione Stefania Giannini ha ricevuto una delegazione di studenti medi delle scuole secondarie di primo grado San Martino di Lupari (Pordenone); don Lorenzo Milani di Vimercate (Monza-Brianza); "G. D'Annunzio" di Lanciano (Chieti); "V. Gemito" di Anacapri (Napoli); "G. Carducci" di Bagheria (Palermo); "C. Scianna" di Bagheria (Palermo); Giovanni Paolo II di Capo d'Orlando (Messina); "De Amicis" di Bolani (Reggio Calabria) e "L. Murialdo" di Foggia.
"Non dipende - ha evidenziato il capo dello Stato - da me, dai miei compiti, la gran parte delle decisioni che riguardano la nostra vita, le regole della nostra società, che sono le leggi. Le leggi sono decise dal Parlamento e dal Governo. Io contribuisco in maniera molto limitata, verificando che non siano contrastanti con la Costituzione. Ma, ripeto, non dipendono da me, ma dai ministri, dai parlamentari. Però il mio lavoro è quello di seguire tutto il processo perché il 'sistema Italia' si svolga in maniera sempre migliore, in maniera funzionale, efficiente, perché la vita del nostro Paese scorra in maniera ordinata e sempre migliore".
E a un'altra domanda sui suoi principali sogni, "di non realizzati - ha detto- ce ne sono sempre tanti di sogni". E "il in questo momento - ma è sempre stato così - è che il nostro Pese cresca sempre di più e sia capace di vivere sentendosi in una vera comunità, sentendo tutti quanti che la nostra sorte è legata gli uni agli altri. Viviamo un'avventura comune nel nostro Paese, abbiamo bisogno gli uni degli altri. Se il nostro Paese acquista sempre di più il senso di essere comunità, in cui ci si fa carico gli uni dei problemi degli altri e ci si aiuta a vicenda - ha concluso Mattarella- diventa sempre di più un Paese felice, molto più prospero e molto più rispettato".
© Riproduzione Riservata