ROMA
Mattarella, grati a patrioti Consulta che riavviò la democrazia

(ANSA) - ROMA, 25 SET - "Il 25 settembre 1945 - 80 anni or
sono - si insediava la Consulta Nazionale, assemblea consultiva
destinata ad accompagnare, affiancando il Governo, la
transizione dell'Italia verso l'agognata libertà e, col
referendum, la Repubblica.
La Consulta fu tassello del percorso che riportava l'Italia tra
le democrazie. Erano due Italie che si incontravano, quella del
Governo del Regno del Sud e quella della Resistenza, dei
Comitati di Liberazione Nazionale". Lo afferma il Presidente
della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Organo rappresentativo provvisorio del popolo italiano in
un Paese nuovamente unito - prosegue -, la Consulta si adunava
nell'antica sede della Camera dei Deputati, istituzione
cancellata dal fascismo. A comporla furono chiamati ex
parlamentari antifascisti dichiarati decaduti dal regime;
esponenti dei sei Partiti del Comitato di Liberazione Nazionale;
ex membri dei Governi formati dal Comitato di Liberazione
Nazionale; rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei
lavoratori e delle categorie imprenditoriali; reduci di guerra;
esponenti della cultura e delle professioni. Tutti vennero
chiamati a concorrere "al sacrosanto dovere… - come ebbe modo di
dire il Presidente provvisorio dell'assemblea, Gregorio Agnini -
di compiere ogni sforzo per risollevare le sorti dell'Italia
trascinata nel baratro dal fascismo e dalla monarchia". Agnini
sarebbe mancato pochi giorni dopo, alla soglia del novantesimo
anno di età".
"Si riprendeva a votare - prosegue il Capo dello Stato - . Il
primo atto fu l'elezione a Presidente di Carlo Sforza, già
Ministro degli esteri nel governo Giolitti, Ambasciatore a
Parigi dimissionario all'avvento del fascismo, poi esule negli
USA. Si rimetteva in moto la vita democratica, si manifestava la
nuova Italia. Per la prima volta nella storia della nazione le
donne partecipano alla vita politica. Tredici furono le
Consultrici e toccherà alla esponente democratica-cristiana
Angela Guidi Cingolani essere la prima a prendere la parola a
Montecitorio, pochi giorni dopo l'insediamento, il 1° ottobre
1945, con un elevato discorso di pace.
Una anticipazione, ancora non elettiva, di quello che sarebbe
stato il Parlamento della Repubblica. Carlo Sforza,
all'insediamento, fece appello alla memoria dei martiri
assassinati dal fascismo, Matteotti, Amendola, Minzoni, Gramsci,
Carlo e Nello Rosselli, per concludere che l'Italia avrebbe
avuto un futuro identificando i suoi interessi con quelli di
un'Europa pacificata e solidale".
"La Consulta si trovava ad apprestare il ritorno alla vita
democratica con l'elezione della Assemblea Costituente e,
contemporaneamente, ad affrontare i problemi della vita
quotidiana di una nazione distrutta. Ai patrioti che ne furono
parte, alla loro opera di donne e uomini impegnati nella
ricostruzione morale e materiale del Paese, va il pensiero
riconoscente del popolo italiano". (ANSA).
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