MENSA DEI POVERI
Orrigoni contro Tonetti
«Sulla variante mente in modo scorretto»

«Tonetti mente». Paolo Orrigoni, l’ex patron di Tigros sotto processo con l’accusa di aver partecipato all’accordo corruttivo legato all’insediamento di un suo supermercato a Gallarate nell’area dell’ex manifattura di via Cadore di proprietà dell’imprenditore Pier Enrico Tonetti, respinge al mittente le accuse del suo ormai ex socio in affari. A quest’ultimo che ha dichiarato ai pm che «Orrigoni aveva questa smania di fare i lavori in sei mesi e spingeva perché fosse approvata al più presto la variante puntuale», ieri, lunedì 14 novembre, in aula per Mensa dei Poveri, rispondendo alle domande dei suoi due difensori, il diretto interessato ha replicato sostenendo: «Noi di Tigros non avevamo nessun tipo di fretta, anche perché per esperienza non si ottiene una variante d’area in pochi mesi».
A riprova Orrigoni ha mostrato un appunto preso al momento di stilare la prima bozza del preliminare di vendita dell’area (per 4,6 milioni di euro) che recepiva una chiacchierata fatta con Tonetti. Era appuntato che «la variante urbanistica funzionale alla buona riuscita dell’operazione era prevista entro due anni». Ma a detta di Orrigoni, «Tonetti mente in maniera scorretta» anche quando lo accusa di avergli chiesto se conoscesse qualcuno che poteva intervenire per favorire quella variante in ambito tecnico-politico e che l’imprenditore gallaratese gli avrebbe fatto il nome dell’allora commissario cittadino di Forza Italia Alberto Bilardo che rispondeva direttamente al plenipotenziario provinciale Nino Caianiello. «Mi è stato presentato l’ingegner Bilardo da Tonetti. Mi disse che aveva già lavorato come professionista con lui, ma non fece nessun riferimento al coinvolgimento di Bilardo rispetto a sue possibili influenze sulla procedura di revisione del Pgt», ha chiarito Orrigoni.
Allora, la falsa consulenza con la società di ingegneria milanese Estro per la stesura del contributo partecipativo funzionale alla variante al Pgt poi sfociata nella famigerata mazzetta da 50mila euro da destinare a Caianiello e Bilardo anticipata da Tonetti con l’accordo che Orrigoni glieli avrebbe rimborsati a buon esito della variante urbanistica di Gallarate?
«No, non c’è stata nessuna intermediazione», la risposta. «Tra l’altro con Caianiello avevo rapporti sporadici. È stato Tonetti a presentarsi da me con quella consulenza per presa visione che io ritenevo far capo a Bilardo, non verificando con attenzione il soggetto effettivo a cui veniva dato l’incarico né che quell’incarco fosse retrodatato. L’ho firmato sapendo che quella consulenza era di 50mila euro e che avrei rimborsato la spesa una volta approvata la variante».
Visti gli sviluppi giudiziari, la somma non è stata mai saldata da Orrigoni. Che, invece, nel 2021 ha ottenuto la restituzione da Tonetti dei 460mila di anticipo per l’operazione immobiliare. «Prima pensammo di mettere quel costo professionale sul prezzo della compravendita, poi si optò per il rimborso di prestazione professionale esterno al contratto. Tonetti mi disse che in quel modo avrei risparmiato 2mila euro di imposta di registro».
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