LA TRAGEDIA
Mesenzana, il mistero della telefonata
Alle 7 la chiamata dal cellulare di Rossin: aveva già ucciso i figli?

Non ci sarà alcun procedimento giudiziario sull’omicidio-suicidio di Mesenzana, perché non ci sono dubbi sul fatto che i piccoli Giada e Alessio, 13 e 7 anni, siano stati uccisi, all’alba di giovedì, dal padre Andrea Rossin con un grosso coltello da cucina, e perché l’assassino ha usato contro di sé la stessa arma ed è deceduto poco dopo. Ma gli accertamenti dei carabinieri di Luino e del comando provinciale di Varese, coordinati dal pm Giulia Floris, procedono comunque con la massima accuratezza, come richiede un fatto di sangue che ha sconvolto l’Italia e gli stessi inquirenti.
ATTESA PER L’AUTOPSIA
L’incarico dell’autopsia sui corpi delle vittime e dell’assassino è già stato affidato e l’esame sarà effettuato martedì. Solo dopo quel giorno le salme potranno essere restituite ai familiari e si potrà pensare ai funerali, in un giorno in cui è probabile che a Mesenzana sia dichiarato il lutto cittadino. L’autopsia non dovrà stabilire tanto le cause della morte, che appaiono evidenti - tre fendenti al cuore - quanto l’eventuale sedazione dei due bambini da parte del padre e un’eventuale stato di alterazione dell’uomo per l’assunzione di qualche droga o farmaco. Va detto comunque che in base ai primi riscontri dell’indagine le cose non sarebbero andate così: Giada e Alessio sarebbero stati uccisi nel sonno, al termine di una serata e di una notte che avevano trascorso insieme al padre, nella casa di via Pezza 18 bis, dopo la separazione di questi dalla madre. E va detto anche che al momento non ci sono elementi che possano far pensare che l’uomo fosse un consumatore abituale di stupefacenti. Ha un precedente di questo tipo, ma risale addirittura a vent’anni fa, al 2002.
INDAGINI SUL TELEFONINO
Tra gli accertamenti in corso anche quelli sul telefonino di Andrea Rossin. L’omicida non ha lasciato messaggi scritti in casa e non ha nemmeno inviato messaggi elettronici. Ma nonostante il gran riserbo degli inquirenti, emerge che poco dopo le sette di giovedì mattina avrebbe fatto una telefonata. Difficile al momento stabilire se avesse già ucciso i due figli al momento della chiamata e nessuna indicazione sulla persona che sarebbe stata contattata in quegli istanti in cui la vita del quarantaquattrenne sprofondava nell’oscurità. In ogni caso, dato che a scoprire i cadaveri dei figli e dell’ex compagno è stata mamma Luana, venuta a prendere i due bambini per portarli a scuola, si può escludere che il misterioso interlocutore fosse stato messo al corrente di quello che Rossin aveva fatto o avave intenzione di fare.
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