Sabato 2 febbraio allo Spazio Lavit di Varese
Metti Giancarlo Ratti nel carrello della spesa
Immaginate un artista canuto e autorevole che si aggira tra le corsie di un supermercato con il carrello pieno solo di un attore che declama. È accaduto in un giorno di luglio a Cunardo, protagonisti Silvio Monti e Giancarlo Ratti, ripresi dalla sapiente videocamera di Gigi Soldano. Tre nomi piuttosto noti in provincia di Varese, nell'ordine: un pittore e scultore apprezzato in tutta Italia che da qualche tempo intesse rapporti preferenziali con l'Ungheria, dove è atteso per una mostra a settembre al Museo Nazionale di Budapest; un attore romano che per amore vive alle pendici del Sacro Monte e presta la voce al «Ruggito del coniglio» su Radio Due e il volto ai popolari «Cesaroni» televisivi; infine il fotografo di Valentino Rossi, solo per citare il più famoso dei suoi soggetti. Ecco che i tre, insieme con Lorenzo Mortara, biologo dell'università dell'Insubria che ama scrivere, e con Alberto Lavit che ha coordinato tutta l'operazione, hanno deciso di mettere in atto un vecchio progetto di Monti confezionando un «memento» importante per la società contemporanea. Ne è nato un filmato di 14 minuti, girato appunto in un supermercato di Cunardo, che lancia spunti di riflessione a partire dal motto «consumo dunque sono». L'installazione-performance, intitolata «Box sex and boxes 1982-2012», ruota intorno a due concetti: quello del consumismo già citato e quello della donna-oggetto, simbolo e icona dell'umano bisogno di mercanteggiare.
Dentro al supermercato di Dino Di Canio (che ha aperto volentieri le porte all'inusuale iniziativa), accanto ai normali prodotti in vendita sono stati posizionati scatoloni, imballaggi e cartoni dipinti a cui Silvio Monti lavora sin dagli anni Settanta: emergono così tra gli scaffali bocche, volti, seni, fianchi, cosce e tacchi a spillo esasperati e perciò efficaci. Ratti, portato a passeggio dall'artista stesso nel carrello, recita in mezzo allo stupore dei normali clienti che ad un certo punto, fomentati dagli attori a loro mescolati, insorgono e lo sommergono di scatoloni. E cominciano anche a parlare, come in un coro greco, del futuro che è alle nostre spalle e del presente che abbiamo davanti come un deja vu.
Una critica al consumismo? Sì ma anche no. Non è così semplice la tesi di un artista come Monti, che a questi concetti lavora da anni ed è ultimamente concentrato su una successione di volti che si ripetono e si annullano all'infinto. Semmai un invito al contrario, a ridurre per essere, a riflettere su quell'opulenza che ha caratterizzato gli anni Settanta e Ottanta e che oggi, in questa Italia in crisi, è un ricordo di cui forse non avere troppa nostalgia: la storia è ciclica, lo sappiamo e ce lo ricorda Monti, la ricchezza tornerà ma questo è il momento di ritrovare l'essenziale nel supermercato delle nostre vite.
«Box sex and boxes 1982-2012»: proiezione alla presenza dei protagonisti (e con una ventina di cartoni esposti in sala), sabato 2 febbraio a Varese, Spazio Lavit di via Uberti 42, ore 18, ingresso libero.
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