IN TRIBUNALE
«Mi picchiava perché gli dicessi il nome del mio amante, ma non lo tradivo»
Una donna ha denunciato anni di soprusi da parte dell’ex marito. «Beveva e mi insultava anche davanti ai nostri bambini»
«Mi ha messo le mani al collo per farmi confessare il nome del mio presunto amante. Sospettava di tutti gli uomini, dai miei colleghi all’avvocato al quale mi ero rivolta per la separazione. Si collegava al mio account dell’iPhone e mi controllava. Bastava che un amico mi invitasse per un caffè e succedeva il finimondo. Beveva e mi insultava, dandomi della tr... anche davanti ai nostri bambini». La drammatica testimonianza è di una donna, una professionista di origine albanese come l’ex marito, 40enne ora alla sbarra in Tribunale per maltrattamenti in famiglia dopo la denuncia dell’allora moglie. Donna che avrebbe dovuto subire per anni il comportamento oppressivo e violento, con schiaffi e sputi, del padre dei suoi figli.
E fu proprio il racconto di un bambino a scuola a far scattare le indagini: l’insegnante che raccolse le confidenze del piccolo convocò la madre e alla fine lei si convinse a rivolgersi prima a un centro antiviolenza, poi alla polizia di Stato. Ora, assistita dall’avvocato Chiara Di Giovanni, si è costituita parte civile nel processo. L’uomo – è ancora il racconto della vittima – spese una fortuna in investigatori privati, per scoprire i presunti tradimenti della moglie, che studiava e lavorava per mantenere la famiglia («Lui era assente in tutto: figli, faccende di casa, bollette»). La donna si rese anche conto che il marito aveva “bruciato” tre carte di credito, con un buco di 10mila euro. Soldi che – è il sospetto della signora – lui avrebbe in realtà speso al gioco d’azzardo. Senza dimenticare il vizio dell’alcol: «Ogni sera si beveva una bottiglia di vino, la situazione era diventato insostenibile».
Prossima udienza il 30 ottobre.
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