PENTOLE E CAFFETTIERE
Il boom del casalingo omegnese rivive in Moca
Museo multimediale e digitale realizzato grazie ai fondi del Pnrr: è già un successo

Il passato che rivive, che torna nel presente. Una voce narrante, ombre che si muovono, personaggi che riprendono vita, prodotti iconici che riaffiorano, immagini d’epoca che si rincorrono. La storia del casalingo che ha fatto conoscere Omegna nel mondo e quella dei suoi protagonisti scorrono in poco più di mezzora. E’ la durata del viaggio all’interno di Moca, il museo omegnese del casalingo, una creazione moderna, multimediale e digitale, unica in Italia per come è strutturata. E’ stata realizzata al Forum di Omegna (la regia è di auroraMeccanica) e inaugurata da pochi mesi: è già un successo.
SEVERGNINI E L’ACQUA
Lo scrittore omegnese Matteo Severgnini ne ha curato soggetto e sceneggiatura, entrambi sgorgati da un suo testo teatrale, un monologo intitolato “La memoria dell’acqua”. E’ il racconto del territorio del lago d’Orta, in particolare quello omegnese. E’ la narrazione delle imprese umane e della storia degli oggetti inventati e diventati icone del boom dell’industria del casalingo made in Omegna. «L’acqua possiede la memoria di tutto ciò che è avvenuto – osserva Severgnini - ed è la stessa che esce dai rubinetti e che inseriamo nelle caldaiette delle caffettiere e delle pentole a pressione».
ALESSI, BIALETTI, LAGOSTINA E NON SOLO
Già, quelle caffettiere e quelle pentole che, insieme ad altri prodotti del casalingo, hanno dato uno slancio clamoroso all’industria del territorio nei decenni successivi al dopoguerra. Alessi, Bialetti, Lagostina, Girmi, Piazza, giusto per citare i marchi principali. Tutte firme che hanno fatto storia. Moca lo racconta scovando aneddoti, svelando curiosità, facendo emergere storie familiari e di amicizia che stanno alla base di molti dei successi industriali omegnesi.
LA FONDAZIONE PARCO
ll museo è stato promosso e viene gestito dalla Fondazione Parco: «Avevamo una collezione permanente dedicata al prodotto industriale locale che ha fatto grande Omegna – racconta Alberto Poletti, presidente della Fondazione -. Un patrimonio che aveva bisogno di essere rinfrescato». Detto, fatto. Sfruttando i fondi del Pnrr grazie a un bando del Mic (Ministero della Cultura) per la digitalizzazione dei patrimoni delle fondazioni. Severgnini ha raccolto l’invito «a far parlare questo patrimonio» e nel giro di pochi mesi Moca è diventato realtà. Con due sale, una analogica e l’altra completamente digitale, in cui immergersi per percorrere un viaggio suggestivo ed emozionante. Un viaggio che racconta Omegna, il boom del casalingo e ciò che lo ha reso possibile.
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