IL PROCESSO
Monteviasco, morto alla funivia: chieste 9 condanne
La requisitoria dell’accusa: pene per un totale di 23 anni. Arringhe dei difensori e sentenza il 28 ottobre

Nove condanne, con pene da due anni e sette mesi a tre anni, per un totale di circa 23 anni di reclusione.
È questa la richiesta formulata dal pubblico ministero Valeria Anna Zini nella requisitoria, oggi, sabato 14 ottobre, del processo a Varese per la morte del manutentore della funivia di Monteviasco, Silvano Dellea, rimasto schiacciato tra la cabina e la passerella d’ispezione della stazione a valle il 12 novembre 2018.
Nove gli imputati di omicidio colposo: dai consiglieri della cooperativa che gestiva l’impianto al direttore di esercizio, dai funzionari ministeriali che fecero le ispezioni fino al progettista della revisione generale (proprio per i tecnici sono state proposte le pene più alte).
Dopo la ricostruzione del pm, la parola è passata agli avvocati di parte civile, Vera Dall’Osto e Corrado Viazzo, legali dei famigliari di Dellea, e i primi difensori. Ultimo atto il 28 ottobre, con gli altri difensori e la sentenza del giudice Marcello Buffa.
Secondo la Procura, la funivia non era a norma in materia di sicurezza sul lavoro perché mancava il “terrazzino d’ispezione” (fisso), che in altri impianti simili è collocato sul tetto per operare senza rischi in caso di necessità.
Invece Dellea, per controllare funi e carrello, salì sulla scala a pioli sopra la cabina, ma all’arrivo l’imbragatura si impigliò nel parapetto della pedana laterale, lui perse l’equilibrio e rimase intrappolato tra la ringhiera della passerella e la cabina in movimento; morì per compressione della cassa toracica.
Massimiliano Martini
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