VARESE
Un «Soliloquio» per due al Punto sull’Arte
È una mostra dagli echi quasimodiani quella che Punto sull’Arte di Varese dedica a due «artisti della solitudine» come lo svedese Johannes Nielsen e il cileno Federico Infante, indagatori di un animo umano sempre più spiazzato dall’aggressione tecnologica e costretto a rinserrarsi nel piccolo fortino dell’io.
Ognuno sta sempre più solo «sul cuor della terra», e il «Soliloquio» dei due protagonisti riflette quello della società in cui viviamo, alienante e povera di valori, scarnificata e sofferente come le figure di Nielsen, che si scompongono regalandoci un senso di vuoto e di sgomento.
Curata da Alessandra Redaelli e accompagnata da un catalogo bilingue, la mostra riunisce le opere più recenti dei due artisti, accomunati da una profonda ricerca nel carattere dell’uomo e da una malinconia espressiva di fondo, resa dalla grande maestria tecnica.
Nielsen, 39 anni, assistente di Patric O’Reilly a Dublino, vive e lavora a Pechino dal 2007 e trae ispirazione dalle sagome degli alberi da cui derivano le sue figure stilizzate, «giacomettiane», mentre Federico Infante, 36 anni, dopo aver seguito a New York i corsi della School of Visual Art, ha realizzato numerose personali in Cile, Stati Uniti e Italia e affinato la ricerca sul paesaggio parallelamente a quella dell’espressione sulla tela, ricoperta da strati di pittura e graffiata, in un processo ripetuto più volte.
«Le figure di Nielsen ci appaiono oggi concentrate in meditazione. Nessuna emozione traspare né dal gesto, assente, né dallo sguardo, che ci è negato dagli occhi chiusi. Le braccia sono distese lungo il corpo. Eppure, questa ulteriore semplificazione formale paradossalmente si traduce in un’aggiunta di contenuti, in un più profondo stratificarsi dei significati. Il corpo diventa superficie e volume, e quella superficie e quel volume raccontano storie», scrive la curatrice nel catalogo.
Sembrano espressioni di un sogno le fanciulle di Federico Infante, quasi galleggianti dentro sfondi fantastici dove il colore diventa a sua volta protagonista del quadro, qualcosa con cui l’osservatore può dialogare, quasi una sorta di specchio dell’anima. «Qui, come anche nel lavoro di Nielsen, il tema della solitudine è in realtà solo pretesto per un isolamento fisico del soggetto, che l’artista immagina trovarsi più che in uno stato di malinconia in una sorta di trance psicologica», scrive Redaelli.
«La sensazione è che l’artista, maturando nella sua poetica, abbia man mano limato ciò che di più emotivo trapelava a vantaggio di una visione più razionale. L’atmosfera vagamente Sturm und Drang si va asciugando grazie a un lavoro di rifinitura degli sfondi, che non hanno più necessariamente bisogno del dato reale (una pur vaga prospettiva, un embrione di paesaggio) ma che ora gridano a gran voce la loro ascendenza astratta».
«Soliloquio - Federico Infante - Johannes Nielsen» - Varese, Punto sull’Arte, viale Sant’Antonio 59/61, inaugurazione sabato 6 ottobre ore 18-21, fino al 10 novembre da martedì a sabato ore 10-13 e 15-19, domenica ore 15-19, info 0332.320990.
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