MILANO
No della First Cisl a Bpm-Agricole, occupazione a rischio
 
                      
          (ANSA) - MILANO, 31 OTT - La First Cisl mette in guardia
dalle ricadute di un'eventuale fusione tra Banco Bpm e Credit
Agricole Italia, che metterebbe a rischio "centinaia di filiali"
e imporrebbe "pesanti tagli all'occupazione".
   L'allarme arriva insieme ai dati sulla desertificazione
bancaria contenuti nel XIV report della Fondazione Fiba di First
Cisl: nei primi nove mesi del 2025 le banche italiane hanno
chiuso 268 sportelli, riducendo dell'1,4% le filiali rispetto
alla fine del 2024.
   Il numero, spiega una nota, è destinato a "crescere
notevolmente" nell'ultimo trimestre dell'anno per effetto della
conclusione dei piani di chiusure già annunciati da alcune
grandi banche. Ma ad accelerare la desertificazione bancaria - i
comuni senza filiali sono 3.419, il 43,3% del totale -
contribuisce anche il risiko bancario. Bper, per effetto
dell'acquisizione della Popolare di Sondrio, ha annunciato
l'accorpamento di 90 sportelli nel Centro Nord, ben di più dei 6
che l'Antitrust ha prescritto di chiudere.
   Il conto potrebbe essere ben più salato se si concretizzasse
l'integrazione tra Banco Bpm e Crédit Agricole Italia, fusione
che darebbe vita al terzo gruppo italiano per numero di
sportelli (2.425), con Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna che
rischiano di dover sopportare i tagli più pesanti.
   "Le conseguenze di un'integrazione tra le reti di Crédit
Agricole Italia e Banco Bpm potrebbero essere però molto più
gravi. Un'operazione straordinaria tra queste due banche
porterebbe infatti alla costituzione della terza rete per numero
di filiali, con sovrapposizioni rilevantissime in alcuni
territori che fornirebbero il pretesto per nuovi pesanti tagli
all'occupazione. È una prospettiva alla quale ci opponiamo con
decisione", ha dichiarato il segretario della First Cisl
Riccardo Colombani. (ANSA).
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