IL PROCESSO
Delitto Aloisio, riappare il pentito
Il collaboratore di giustizia Francesco Oliverio potrebbe testimoniare mercoledì sull’uccisione dell’imprenditore avvenuta nel 2008: il cadavere fu rinvenuto a San Giorgio su Legnano

Dopo tre rinvii, mercoledì prossimo 15 febbraio potrebbe essere la volta buona. La volta buona per l’escussione del collaboratore di giustizia Francesco Oliverio nel processo in corso di svolgimento davanti alla Corte d’Assise d’Appello a Milano e chiamato far luce sull’omicidio di ‘ndrangheta di Cataldo Aloisio, il trentaquattrenne imprenditore edile originario di Cirò Marina il cui cadavere fu rinvenuto la mattina del 27 settembre del 2008 nei pressi del cimitero di San Giorgio su Legnano.
LA RIAPPARIZIONE
La presenza del pentito è stata rinviata causa non meglio precisati motivi di salute. Tuttavia, nei giorni scorsi Oliverio è riapparso, in un collegamento da remoto da località segreta, per rispondere alle domande durante un’udienza del processo ordinario davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro relativo all’omicidio di Vincenzo Pirillo, lo zio di Aloisio assassinato il 5 agosto del 2007 a Cirò Marina per il modo in cui avrebbe gestito la cassa comune del clan retto da Silvio Farao e Cataldo Marincola. Una vicenda che costituirebbe uno dei possibili antefatti del delitto consumato nel legnanese considerato che Cataldo Aloisio aveva manifestato a più riprese la volontà di vendicare l’agguato messo a segno in un bar ristorante affollato di clienti. Tanto è vero che nell’imboscata, oltre al bersaglio dei sicari, ferito gravemente e poi deceduto, rimasero feriti (alcuni lievemente), anche una bambina ed altre sei persone.
L’UNICO CONDANNATO ALL’ERGASTOLO
La Procura della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano assieme alla Procura Generale è pronta a chiedere la condanna all’ergastolo per l’assassinio di Aloisio proprio per i due storici plenipotenziari della cosca d’ndrangheta di Cirò Marina, assolti in primo grado dalla Corte d’Assise di Busto Arsizio, al pari di Vincenzo Farao e Vincenzo Cicino. Unico imputato condannato all’ergastolo è stato Vincenzo Rispoli: il capo del locale di ‘ndrangheta di Legnano e Lonate Pozzolo, articolazione lombarda della cosca cirotana dei Farao-Marincola, è stato individuato come colui che ha ucciso - con un unico colpo di pistola alla nuca - Aloisio.
LA COLLABORAZIONE
Inutile sottolinearecome per l’Antimafia milanese risentire in aula Francesco Oliverio, che ha scelto la strada della collaborazione dopo una vita trascorsa nella ‘ndrangheta - con il padre ucciso nel 1988, e l’affiliazione all’età di 16 anni -, potrebbe rivelarsi molto utile. Quantomeno per “incastrare” come mandanti dell’omicidio legnanese i due boss Marincola e Farao.
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