GLI ACCERTAMENTI
I prelievi, i gioielli e il terzo uomo
Il papà di Andrea dopo l’arresto di Douglas Carolo e Michele Caglioni: «Grazie carabinieri»

La svolta nell’omicidio di Andrea Bossi, avvenuto un mese fa a Cairate, è arrivata ieri: i carabinieri, coordinati dal procuratore capo Carlo Nocerino e dal pm Francesca Parola, hanno arrestato Douglas Carolo, ventenne di origine brasiliana, e Michele Caglioni, ventunenne con ambizioni in campo musicale: sarebbero loro gli assassini del ventiseienne ucciso tra il 26 e il 27 gennaio in via Mascheroni. A loro gli inquirenti sono risaliti attraverso le immagini delle telecamere che hanno filmato il loro tragitto e di quelle del bancomat in cui prelevarono soldi con le carte sottratte alla vittima.
MONILI VENDUTI AI COMPRO ORO
Usciti di casa, infatti, commisero la leggerezza di prelevare denaro con la carta di credito e il bancomat sottratti ad Andrea. I loro volti vennero immortalati dalla videosorveglianza della banca. E ancora: nei giorni successivi vendettero a un compro oro di Gallarate e a uno di Milano alcuni dei monili rubati al ventiseienne. I carabinieri hanno in mano le ricevute che i commercianti avevano registrato a loro nome con copia dei loro documenti.
SCARPE INSANGUINATE
E se ancora non fossero sufficienti gli elementi che inducono la procura a ritenerli responsabili del delitto, ieri gli investigatori hanno rinvenuto le scarpe sporche di sangue corrispondenti all’impronta isolata sulla scena del crimine, alcuni dei gioielli di cui i ragazzi non si erano sbarazzati e gli indumenti che indossavano quella sera.
UN TERZO UOMO
Dettagli non ne sono stati dati. Non si sa per esempio come Douglas e Michele arrivarono in via Mascheroni. «Stiamo facendo accertamenti», il che lascia pensare che qualcuno abbia dato loro un passaggio. O che li abbia attesi sotto casa, il che potrebbe profilare l’ipotesi della premeditazione. Che però al momento non risulta contestata nell’ordinanza del gip Anna Giorgetti. La lama che ha reciso la giugulare del ventiseienne non è ancora stata ritrovata, in compenso in un campo attorno a via Mascheroni i carabinieri hanno rinvenuto un portacenere con cui Andrea sarebbe stato stordito prima di essere sgozzato. E, sotto un sasso, c’erano le chiavi dell’appartamento e quelle che alcuni mesi fa Andrea aveva smarrito.
«GRAZIE CARABINIERI»
Il padra di Andrea Bossi, Tino, subito dopo aver appreso la notizia dell’arresto dei due giovani, ha espresso il suo ringraziamento ai militari dell’Arma: «Grazie carabinieri» le sue prime parole quando è stata annunciata la svolta.
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