DOPO LA TRAGEDIA
Delitto Limido, la versione di Manfrinati: «Mi sono difeso»
L’interrogatorio con il pm in carcere a Busto Arsizio: «Il mio era dolore, non rabbia». Il legale della famiglia Limido: «Agghiacciante che si cerchi di giustificare»

«Marco Manfrinati ha spiegato che ciò che è successo il 6 maggio è espressione non di rabbia ma di dolore. E ha sottolineato che se ci fosse stato un atteggiamento corretto nei suoi confronti, se gli fosse stato consentito di frequentare regolarmente il figlio, tutto questo non sarebbe successo». L’avvocato Fabrizio Busignani - difensore del quarantunenne in carcere da oltre nove mesi per il tentato omicidio dell’ex moglie Lavinia Limido e l’assassinio del padre di lei, Fabio, intervenuto assieme a due vicini di casa, con bastoni e mazza da golf, per difendere la figlia dalle coltellate - riassume alcuni dei concetti espressi dal suo assistito nell’interrogatorio di ieri, lunedì 24 febbraio, con il pubblico ministero Maria Claudia Contini nella casa circondariale di Busto Arsizio. Interrogatorio chiesto dallo stesso Manfrinati dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini.
DUE ORE E MEZZA
In due ore e mezza - dice il legale - l’ex avvocato, «pur con i limiti legati all’impossibilità di conoscere tutto il contenuto degli atti, ha risposto puntualmente alle domande del sostituto procuratore, spiegando ancora meglio i fatti». Fatti che aveva già illustrato nell’interrogatorio davanti al gip di Varese, dicendo di essersi difeso dall’aggressione del suocero che lo avrebbe colpito mentre lui stava risalendo in auto per andare a costituirsi. Tesi della legittima difesa sostenuta anche ieri, evidenziando che se l’accusa parla di 43 coltellate inferte all’ex moglie e all’ex suocero, agli atti c’è anche una relazione medico legale sui 50 colpi ricevuti dall’arrestato alla testa, alle mani e a un ginocchio.
IL CONTENUTO DEI TELEFONI
Con la chiusura delle indagini, la difesa ha potuto prendere visione anche del contenuto dei telefoni sequestrati all’ex moglie dopo l’aggressione del 6 maggio in via Menotti. Ed è sulla base di quelle che la difesa considera nuove prove della «pianificazione» della sottrazione di minore, che Busignani preannuncia l’intenzione di chiedere alla Procura di Busto Arsizio la riapertura del fascicolo a carico di Lavinia, archiviato dal gip a giugno 2024.
MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA
Una battaglia legale, insomma, che sembra destinata a continuare su più fronti. Anche il legale della famiglia Limido-Criscuolo, Fabio Ambrosetti, anticipa infatti la volontà di richiedere, alla stessa Procura, la riapertura dell’inchiesta per maltrattamenti in famiglia, in questo caso a carico di Manfrinati, e anche in questo caso archiviata dal giudice per le indagini preliminari. Per Ambrosetti, «la tesi della legittima difesa è risibile, basta vedere il filmato di quel giorno per rendersene conto. Trovo comunque agghiacciante che, anziché scusarsi, si cerchi di giustificare un gesto del genere».
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