OMICIDIO RAVASIO
Adilma: «Non sono un mostro»
Igor Benedito, figlio di Pereira Carneiro, accusata per la morte dell’ex compagno dopo l’investimento dell’agosto del 2024 a Parabiago, ha parlato in aula. Ascoltata anche la mamma di Ravasio: «Mostruoso quello che ha fatto»

Il figlio di Adilma Pereira Carneiro ha ammesso che la madre ha avuto un ruolo nell’omicidio di Fabio Ravasio avvenuto nell’agosto del 2024. Lo ha fatto questa mattina, lunedì 19 maggio, in Corte d’Assise a Busto Arsizio, durante l’udienza del processo per la morte del 52enne, investito mentre con la sua bicicletta percorreva la Strada Provinciale 149 a Parabiago. Igor Benedito ha preso la parola coinvolgendo la madre, dunque, contrariamente a quanto aveva detto in precedenza al pubblico ministero. Ha spiegato che, allora, aveva mentito al pm per proteggerla ma che ora ha capito di aver sbagliato e di aver fatto del male.
«AL PM HO MENTITO, MIA MADRE È COINVOLTA»
«Dopo le udienze, dopo aver visto le immagini del luogo dell’incidente, dopo aver ricordato quei momenti e dopo aver sentito descrivere il volo del corpo della vittima e dopo aver parlato con tante persone voglio dire che sono dispiaciuto per quello che è successo e che chiedo scusa a tutti per il male che ho fatto». ha detto Benedito, imputato insieme alla madre e altre sei persone per l’omicidio di Fabio Ravasio. «E poi quando sono stato sentito dal pubblico ministero non ho detto la verità su mia madre. Lei ha avuto un ruolo in questo omicidio, ma io ho sbagliato perché volevo proteggere per tutta la mia vita la mia famiglia e mia madre, ma ora mi rendo conto che questo non è giusto e che io devo pensare a me e ai miei fratelli e alle mie sorelle. Spiegherò tutto quello che so quando sarà il momento, ma devo liberarmi di questo peso ora. Grazie». Benedito è il quinto coimputato a fare spontanee dichiarazioni chiedendo perdono e indicando la 49enne, in quest’ultimo caso in modo meno esplicito, come coinvolta nell’accaduto. Nel caso delle precedenti dichiarazioni i quattro coimputati hanno indicato nella donna l’ideatrice e organizzatrice dell’omicidio.
LA MADRE DI RAVASIO: «IL DOLORE È ATROCE, VI PREGO FATE GIUSTIZIA»
«Non la perdonerò mai, è un mostro. È mostruoso quello che hanno fatto». È drammatica la testimonianza di Annamaria Trentarossi, madre di Fabio Ravasio, sentita oggi in Aula. Poi, rivolgendosi al presidente della Corte d’Assise, Giuseppe Fazio, la donna ha detto: «Vi prego fate giustizia, io mio figlio non ce l’ho più ma glielo devo. Mi hanno azzerato la famiglia e il mio è un dolore atroce». Trentarossi ha parlato anche delle condizioni del marito: «Sta molto male, non è più lui. Ha un gravissimo scompenso cardiaco, il suo cuore è al 15%. I medici ci hanno sconsigliato di farlo testimoniare o di farlo assistere alle udienze tanto la situazione è grave». La donna ha quindi risposto alle domande del pm Ciro Caramore e degli avvocati di parte civile e della difesa riferendo sul movente: «I soldi. Loro volevano solo i soldi. Lo ha ucciso per i soldi». Trentarossi ha anche spiegato come «Adilma ci ha turlupinato giocando con i nostri sentimenti per i bambini». Si tratta di due gemelli che a lungo la famiglia Ravasio ha creduto figli della vittima scoprendo poi con un test del Dna «non solo che quei bambini che adoravamo non erano figli di Fabio, ma che Pereira si era anche sposata con Marcello Trifone (anche lui a processo per l’omicidio di Ravasio, ndr). Nonostante questo, Fabio non voleva rinunciare ai bambini. E anche noi li abbiamo sempre amati. Attraverso quell’amore la signora è riuscita a farsi prestare da noi 800mila euro per una casa che nonostante le promesse non ci ha mai restituito». Per l’accusa Pereira, che non sapeva del test del Dna già effettuato dalla famiglia Ravasio, ha cercato, falsificando alcuni certificati, di far passare i bambini per i figli della vittima. «Fabio aveva una polizza multi rischio – ha detto la madre di Ravasio – con assicurazione anche sulla vita. Il valore era di 600mila euro e il premio sarebbe andato ai legittimi eredi», per l’accusa ai due bambini se non fosse emerso che non erano figli di Ravasio.
In aula ha preso la parola anche Adilma, che - tra i vari passaggi - ha detto di avere un ottimo rapporto con la famiglia di Fabio, di non essere il mostro che viene dipinto e ha poi accusato Massimo Ferretti, dicendo «io pago per un suo capriccio».
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