LO STRAZIO
Travolto in superstrada, il dolore per una tragedia «inspiegabile»
Origgio sotto shock per la morte di Francesco Meazza, l’ingegnere 25enne che ha perso la vita mentre camminava sulla 336 della Malpensa. Ritrovata la sua auto

«Siamo attoniti»: sono le parole di Fabio Meazza, avvocato e zio di Francesco Meazza, ingegnere di 25 anni residente a Origgio che dopo aver concluso in tempi da record gli studi di ingegneria al politecnico di Milano aveva già trovato una occupazione. Il giovane ha perso la vita dopo essere stato travolto da un’auto mentre camminava sulla Superstrada della Malpensa: una tragedia consumatasi nelle prime ore di ieri, domenica 6 novembre.
L’AUTO RITROVATA
Sul luogo dell’incidente e nelle immediate vicinanze l’auto della giovane vittima non c’era. Un elemento importante per cercare di comprendere la dinamica dei fatti. La Yaris è stata ritrovata soltanto nel pomeriggio di ieri dagli agenti della Polizia stradale della sottosezione di Busto Arsizio - Olgiate Olona che si stanno occupando del tragico schianto: le ricerche sono andate avanti per ore fino al ritrovamento avvenuto in una zona boschiva nel territorio di Cassano Magnago. Il mezzo sarebbe incidentato.
FAMIGLIA DISTRUTTA DAL DOLORE
Sono distrutti i genitori e la sorella, che ieri mattina, si sono svegliati e si sono resi conto che il giovane non era tornato a casa, la sua auto non c’era. E poco dopo hanno appreso la notizia della tragedia. «Nelle prime ore dopo la morte, per noi era fondamentale che si ritrovasse l’auto perché davvero questa vicenda resta incomprensibile e senza una spiegazione», spiega lo zio trattenendo le lacrime e il pianto di dolore.
INGEGNERE E SPORTIVO
«Francesco era un ingegnere con una formazione rigorosa, era anche un atleta. Per tre anni aveva praticato la boxe a livello agonistico». Prima ancora aveva giocato a calcio nella squadra del paese, Polisportiva Airoldi Origgio, aveva una enorme passione per gli sport che praticava una vita sana di una persona che aveva traguardi e mete da perseguire.
«Siamo consapevoli che Francesco su quella strada non doveva esserci, per questo siamo ancora più distrutti da questa tragedia», spiega lo zio con la voce rotta dal pianto, pensando al nipote, un ragazzo normale, serio, meticoloso, preciso. Nonostante la famiglia sia stata distrutta dalla morte del giovane ingegnere, il loro pensiero è andato anche al ragazzo alla guida dell’auto sulla 336, anche lui traumatizzato dalla tragedia.
GLI AMICI
Raggelati dalla morte del giovane anche i suoi amici che ieri si sono stretti in silenzio attorno alla famiglia. «Era davvero un bravo ragazzo con la testa sulle spalle, andava anche poche volte a ballare. Era molto attento alla vita sana anche per lo sport che praticava. Era un ragazzo tranquillo, il suo divertimento era legato appunto allo sport, lo svago era una partita di calcetto».
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