ESCLUSIVA
Pallacanestro Varese, Brase racconta Matt
Il coach a tutto tondo. «Il mio luogo preferito? Il Sacro Monte»

Matt Brase racconta Matt Brase. Dalla decisione di lasciare un posto sicuro ai Portland Trailblazers per accettare la sfida del nuovo corso americaneggiante di Varese, ai modi pacati in panchina su suggerimento del nonno Lute Olson (campione del Mondo 1986 con la Nazionale degli Stati Uniti), alla sua Varese da visitare – col Sacro Monte in cima alla lista delle location preferite – alla passione per il cibo italiano. E infine, il pensiero americano sul “caso Banchero” conteso tra Italbasket e Team USA. Un coach americano di mentalità aperta, che pensa fuori dagli schemi e si sta godendo, non solo sul campo ma anche fuori, la sua prima esperienza in Europa. Ecco il suo pensiero per conoscere il Matt privato che c’è nel coach Brase pubblico.
DALLA NBA ALLE PREALPI
«Avevo una buona situazione a Portland, ma quando ho parlato con Luis Scola e Mike Arcieri mi hanno prospettato la possibilità di tornare a praticare lo stesso basket di quando ero a Houston ed ai Rio Grande Valley Vipers. Più ci parlavo e mi mi convincevo: ho lavorato come assistente NBA per diverse stagioni, l’opportunità di tornare capo allenatore e lavorare e giocare nella maniera che preferisco era ghiotta. Ho perso qualche notte di sonno, però ritengo che confrontarsi con le sfide fuori dalla propria comfort zone e pensare fuori dagli schemi sia il modo per provare a crescere».
L’INTERVISTA COMPLETA SULLA PREALPINA IN EDICOLA GIOVEDI’ 1 DICEMBRE
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