LA PROPOSTA
Parti con l’auto, sali sul treno e scendi con la bici
L’ex assessore alla Mobilità di Busto Arsizio, Salvatore Loschiavo, rilancia il suo appello: «Sostenibilità, scelta obbligata e responsabile»

Nei suoi tre anni da assessore alla Mobilità di Busto Arsizio, Salvatore Loschiavo ha puntato con decisione, e fin da subito, sulla sostenibilità. Un concetto che ha ispirato tutta la sua azione amministrativa. «Una scelta obbligata, ma anche responsabile», sottolinea ancora, in veste di presidente dell’associazione PoliticaMente. «Guardiamo i dati: nel 2050 ci saranno quasi 10 miliardi di persone sulla terra. Il 70 per cento di queste sarà concentrato nelle città, con le ovvie conseguenze in termini di emissioni e consumi energetici. O ci si muove in direzione della sostenibilità o si va verso un punto di non ritorno».
Loschiavo, come possiamo declinare in concreto e a livello locale questa consapevolezza?
«Il tema va portato avanti in maniera sistemica. Mi spiego: se da un lato si ragiona sul ridurre l’uso dell’auto privata, dall’altro bisogna rafforzare altre forme di mobilità. Primo fra tutti, il trasporto pubblico. E poi bisogna incentivare l’intermodalità. Occorre creare un sistema che permetta di partire da casa in auto, prendere il treno o il bus, utilizzare nell’ultimo miglio la bicicletta o il monopattino. Il tutto governato dalla tecnologia. La città sostenibile non può che essere una città smart, perché per intervenire in maniera davvero incisiva è fondamentale partire da dati oggettivi e non da mere sensazioni».
Questa rivoluzione culturale ha trovato forti opposizioni dentro e fuori il Palazzo. Dica la verità: se l’aspettava?
«Sì, perché i cambiamenti generano sempre resistenze. Proprio per questo siamo partiti da idee semplici ed efficaci. Due esempi per tutti: il Cavallotti Garden (il test sfociato nella pedonalizzazione delle vie Cavallotti e Bramante, ndr) e le piazze scolastiche davanti alle Marco Polo, all’Ite Tosi e al liceo Scientifico Tosi. Sono interventi concreti, che si possono toccare con mano».
Il Cavallotti Garden, in particolare, venne sperimentato durante la Settimana europea della mobilità 2022: nell’occasione, via Cavallotti fu chiusa al traffico e trasformata in giardino. L’idea piacque, tanto da convincere l’Amministrazione a decidere l’estensione in pianta stabile della Ztl in via Cavallotti e via Bramante completata prima dello scorso Natale. E poi?
«Dopodiché alcune resistenze, dettate da interessi di partito, sono state eccessive. Mi riferisco in particolare alla pervicacia con la quale non si è voluto approvare un Pums già pronto (il Piano urbano della mobilità sostenibile, fulcro del Loschiavo-pensiero in tema di mobilità, ndr). Non avere un Pums significa essere privi di un quadro generale che consenta di mettere a sistema tutti gli interventi che portano a una città davvero sostenibile. E questo ha avuto un costo anche in termini economici per la città».
Visto come è andata, lei rifarebbe tutto?
«Il mio lavoro non è stato vano. Un amministratore deve guardare al bene comune, non alla propria realizzazione personale. Sono stati gettati alcuni semi che porteranno frutti. Credo che, partendo da questa base, in futuro le politiche sulla mobilità sostenibile possano avere maggiori chances di successo».
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