LA SENTENZA
Processo IwBank, tutti assolti
Nessuna violazione delle norme antiriciclaggio. Era coinvolta anche la sede di Varese

Tutti assolti nel processo IwBank agli ex vertici della banca online del gruppo Ubi, imputati, al pari di Ubi, di ostacolo all’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza, nello specifico la Banca d’Italia.
Ieri, mercoledì 10 aprile, al termine del giudizio abbreviato, il gup del Tribunale di Milano Cristina Mannocci ha deciso che «il fatto non sussiste». Traducendo: non è stato commesso nessun reato. Né da parte delle 13 persone fisiche finite sotto processo - ex dirigenti, ex consiglieri ed ex sindaci, tra i quali l’ex amministratore delegato Alessandro Prampolini e l’ex presidente Mario Cera, oggi vicepresidente del consiglio di sorveglianza di Ubi -, né da parte di Ubi, coinvolta nel processo penale ai sensi della legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti.
Al termine della sua arringa, il pm milanese Elio Ramondini, la cui inchiesta, relativa a un arco temporale di sei anni (dal maggio 2008 al maggio 2014) è divenuta di dominio pubblico nel dicembre di quattro anni fa, quando furono perquisite dalla Guardia di Finanza le sedi di Milano, Varese e Brescia, aveva sollecitato 13 condanne a un anno e due mesi con la condizionale e una sanzione di 600 mila euro per Ubi.
Secondo il teorema accusatorio, attraverso il reato di ostacolo all’attività dell’autorità di vigilanza, gli imputati avrebbero fatto in modo che la Banca d’Italia non si rendesse conto che l’istituto non aveva alcun presidio antiriciclaggio e che mancava l’anagrafica dei conti correnti di 104 mila clienti nel periodo compreso fra il 2008 e il 2014.
In requisitoria, il pm Ramondini aveva citato il caso più recente di Ing Direct, di cui Palazzo Koch ha bloccato l’operatività, sostenendo che se IwBank avesse comunicato alla Banca d’Italia le carenze in termini di antiriciclaggio e anagrafica, la massima autorità di vigilanza bancaria a livello nazionale sarebbe potuta intervenire e fare quello che ha fatto con Ing.
«La difesa ha sempre fornito agli inquirenti la più ampia collaborazione per l’accertamento dei fatti e la sentenza conferma quanto sostenuto dalla banca fin dalle primissime fasi del procedimento: e cioè la piena trasparenza informativa nei confronti delle autorità di vigilanza», ha commentato a caldo il difensore della controllata online del gruppo Ubi, l’avvocato Francesco Centonze.
Le motivazioni dietro la sentenza di assoluzione del gup Mannocci saranno depositate entro 90 giorni.
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