L’ALLUVIONE
Quella piena alle sorgenti dell’Olona
Colpita una sola zona: ecco le possibili cause

Un nubifragio di proporzioni impressionanti in un angolino minuscolo di Varesotto. Tutto concentrato fra la parte nord del capoluogo (Sant’Ambrogio ma soprattutto Bregazzana e la Rasa) e la confinante frazione indunese che prende il nome dal suo vicino di casa non sempre placido, l’Olona. Non un’altra esondazione nel lungo tragitto di 50 chilometri fino a Milano alla confluenza nel Lambro. Altrove, tutto tranquillo, anche a poche centinaia di metri di distanza dall’occhio del ciclone. Come mai? Che cosa è successo mercoledì sera in questo fazzoletto di terra fra la gola dei Mulini Grassi e la Valganna?
Il fenomeno raro
Nulla di misterioso: come ribadiscono spesso gli esperti del Centro geofisico prealpino di Varese, i temporali primaverili ed estivi possono essere molto violenti e localizzati, seminando la loro forza distruttrice in un punto mentre a pochi passi quasi non ci si accorge della pioggia. Non sempre accade: nella memoria collettiva, per esempio, è impressa la maggior alluvione dei tempi moderni, quella del 15 luglio 2009, che colpì sì la stessa zona di oggi, ma anche un territorio assai più vasto, da Masnago al resto della provincia, con la fuoriuscita di diversi corsi d’acqua come il Vellone. Questa settimana, invece, per fortuna il fenomeno è stato più localizzato e meno devastante: “fortuna” per modo di dire, ad ascoltare le voci dei residenti colpiti, da giorni al lavoro con vanghe e idropulitrici dopo l’onda di fango e detriti sulle case.
Temporale concentrato
Quali possono essere dunque i motivi di questa concentrazione? Innanzitutto la quantità d’acqua caduta qui e non altrove, oltre 100 millimetri di pioggia in poche ore, quando attorno si arrivava a 60-70. Alcune centraline non ufficiali sono arrivate alla misura di 145 millimetri alla Rasa. Livelli rari, rarissimi: e questa massa incredibile si è concentrata tutta nel punto iniziale dell’Olona, con un alveo largo un paio di metri, vicino alle due sorgenti, quella della Rasa e della Valganna che confluiscono qui nei due rami, entrambi esplosi mercoledì, nei pressi delle sedi Carlsberg e Lindt, non a caso inondate. È stato come riversare una cascata in un secchio in tempi ristretti. Eppure nel seguito del suo lungo corso, il fiume non ha dato altri problemi: solo a Olona ha rotto gli argini esondando, ma già poche centinaia di metri dopo, pur ingrossato rispetto al solito, ha retto senza picchi. Senza necessità di attivare la diga di Gurone: il tutto grazie anche ai lavori di spagliamento eseguiti in questi anni, con le vasche di laminazione lungo via Peschiera, la strada in arrivo dalla Valganna che prosegue proprio accanto all’Olona fino alla zona dell’Iper. Per una volta bisogna dirlo: il sistema a valle ha retto, non alla sorgente.
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