GUARDIA DI FINANZA
Rescaldina, truffa del superbonus: sequestrati altri 50mila euro
Tutto è partito dalla denuncia di un architetto. Già in dicembre erano stati sequestrati 100mila euro. Quattro gli indagati

Un altro sequestro da 50 mila euro è stato eseguito nell’ambito dell’operazione della guardia di finanza di Legnano, coordinata dal pubblico ministero Nadia Calcaterra, che ha portato quattro soggetti a finire nel registro degli indagati con l’accusa di indebita percezione di erogazioni pubbliche. Il tutto nell’ambito di agevolazioni e bonus legati allo sviluppo energetico sostenibile. Nello scorso dicembre era già stato eseguito il sequestro preventivo-impeditivo di circa 100mila euro disposto dal gip Piera Bossi. La somma era stata attinta dal conto di una banca e da quello di una società cessionaria, ovviamente inconsapevoli del meccanismo illecito sottostante.
GLI ACCERTAMENTI
Gli accertamenti sono partiti lo scorso febbraio sull’impresa edile che - almeno in tre casi - avrebbe giocato sulla cessione del credito di imposta. La denuncia partì da un architetto contattato dall’impresa di Rescaldina per partecipare a sopralluoghi e realizzare studi di fattibilità per l’esecuzione di restyling soggetti a detrazioni fiscali. Il libero professionista si era reso conto che i cantieri in realtà non partivano e che quindi gli amministratori e i legali rappresentanti dell’azienda con ogni probabilità ricevevano l’agevolazione ceduta dai clienti per poi monetizzarla. Il decreto Rilancio prevedeva infatti che i soggetti che sostengono spese per gli interventi di ristrutturazione possano optare, in luogo dell’utilizzo diretto della detrazione spettante, per un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, di importo massimo non superiore al corrispettivo stesso, anticipato dal fornitore di beni e servizi relativi agli interventi agevolati. Il fornitore recupera il contributo anticipato sotto forma di credito d’imposta di importo pari alla detrazione spettante o, nel caso di sconto parziale pari all’importo dello sconto applicato, con facoltà di successive cessioni di tale credito ad altri soggetti, compresi - e questa è la novità che ha dato spunto agli indagati - gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.
LE MOTIVAZIONI
Il pm Calcaterra ha motivato la richiesta di sequestro preventivo sulla base del periculum in mora, ossia del danno derivato all’Erario dal ritardo dell’adempimento della prescrizione. Rischio che si è già in parte concretizzato almeno in relazione alle somme portate in compensazione dai cessionari, seppur in buona fede.
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