CANDELE E FRATELLANZA
Rho, in tremila in piazza per la pace
Fiaccolata in centro per dire non alla guerra. Il vescovo: «Siamo tutti fratelli»

Le forze dell’ordine parlano di 2.500 presenze, gli organizzatori salgono a tremila. In realtà il numero effettivo non conta, nelle strade di Rho ieri sera, martedì 1 marzo, si udiva una sola voce: «No alla guerra, sì alla pace!».
LE CANDELE
Cattolici, ortodossi e comunità islamica sono stati fianco a fianco nel corteo e in piazza San Vittore, con scuole, oratori e tante famiglie. Ad aprire il lungo serpentone sfilato per le vie del centro con in mano un migliaio di candele gli ucraini che vivono qui, insieme con il Consiglio migranti.
GLI APPELLI
«Noi non vogliamo la guerra – ha esordito sul sagrato Angela, una delle esponenti di punta del Consiglio – Le persone muoiono da entrambe le parti, muoiono ucraini e russi, noi chiediamo la pace. Ma la dobbiamo costruire noi, mentre questa guerra è cominciata a dire il vero otto anni fa. Uniamoci a sostegno delle famiglie».
«Qui tutti siamo Ucraina, qui tutti crediamo nell’uomo», ha sottolineato il vescovo monsignor Luca Raimondi, evidenziando la presenza di fedi diverse. «Siamo fratelli anche dei russi, anche di Afghanistan e Sudan, di tutte le guerre dimenticate».
IL SINDACO
Il sindaco, Andrea Orlandi, ha interpretato il pensiero di tutti e dei colleghi presenti, alla guida dei Comuni del Rhodense e del Bollatese: «Rifiutiamo la guerra come strumento per risolvere le controversie internazionali. Organizziamo l’accoglienza per chi sta fuggendo dalle bombe, attrezziamoci per i ricongiungimenti familiari, pensiamo ai bambini e a tutti coloro che devono mettere in pochi minuti la loro vita in un trolley e scappare». Tra la gente, come richiesto dagli organizzatori, solo striscioni con il nome di scuole e associazioni, e solo bandiere dell’Ucraina e gli arcobaleni della pace. Luci con questi colori illumineranno da oggi Villa Burba, finché la guerra non terminerà.
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