ROMA
Riccardo Muti e l'Orchestra giovanile Cherubini in tour in Italia
(ANSA) - ROMA, 18 DIC - Pompei, Lucca, Ostuni. Riccardo Muti
porta la sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, insieme agli
studenti dei Conservatori italiani, in tre città simbolo della
storia e della cultura nazionale per un progetto che mette al
centro i giovani musicisti e il valore della musica come
patrimonio condiviso.
Il 18 luglio all'Anfiteatro degli Scavi di Pompei, il 20
luglio in Piazza Napoleone a Lucca nel contesto del Lucca Summer
Festival e il 22 luglio all'Arena Bianca (Foro Boario) di
Ostuni, il progetto prende forma con la volontà di affidare la
grande tradizione musicale del Paese alle nuove generazioni e
inserirla in spazi che ne rappresentano in modo emblematico
l'identità.
Il programma musicale riflette pienamente questo percorso.
Riccardo Muti ha scelto, infatti, di portare fuori dai teatri il
grande repertorio sinfonico-operistico italiano: Giuseppe Verdi
apre e chiude idealmente i concerti con le ouverture dal Nabucco
e dalla Forza del Destino. Al centro si collocano gli Intermezzi
da Manon Lescaut di Giacomo Puccini, da Cavalleria Rusticana di
Pietro Mascagni e da Pagliacci di Ruggero Leoncavallo,
affiancati dall'Ouverture del Guglielmo Tell di Gioachino
Rossini e da Contemplazione di Alfredo Catalani, insieme alla
suite dal Gattopardo di Nino Rota.
"Il mio invito è rivolto all'Italia più bella, perché riempia
i suoi luoghi storici e li viva attraverso la cultura - afferma
Riccardo Muti -. Ho voluto che i musicisti della mia Orchestra
Giovanile Luigi Cherubini lavorassero fianco a fianco con gli
studenti dei Conservatori, senza distinzioni, perché la musica
si impara soprattutto condividendo. Suonare insieme significa
ascoltarsi, rispettarsi, assumersi una responsabilità comune.
Abbiamo scelto pagine di compositori che hanno dato all'Italia
una voce riconoscibile nel mondo. Verdi, Puccini, Rossini,
Mascagni, Leoncavallo, Rota, Catalani non sono soltanto grandi
nomi della nostra storia musicale: sono parte di una civiltà che
ha saputo esprimere bellezza, pensiero e profondità. Questa
musica ci ricorda che l'Italia ha avuto, e può continuare ad
avere, un ruolo fondamentale nella costruzione di una coscienza
culturale condivisa. La cultura non deve essere riservata a
pochi, ma appartiene a tutti. Credere nella musica, oggi,
significa credere nel futuro del nostro Paese". (ANSA).
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