CASO INTERNAZIONALE
Russo arrestato a Malpensa: ai domiciliari
Attesa per la decisione sull’estradizione negli Stati Uniti

È stato scarcerato e va ai domiciliari con braccialetto elettronico, in attesa che si concluda il procedimento sulla richiesta di estradizione, Artem Uss, l’imprenditore russo e figlio del governatore di una regione siberiana, bloccato il 17 ottobre scorso, su mandato d’arresto internazionale degli Usa, all’aeroporto di Malpensa mentre stava per prendere un volo per la Turchia. Lo ha deciso, dopo l’udienza di ieri, venerdì 25 novembre, la quinta penale della Corte d’Appello milanese accogliendo l’istanza della difesa.
L’INCHIESTA
Nell’inchiesta delle autorità statunitensi Uss è accusato, assieme ad altre sei persone, di contrabbando di tecnologie militari dagli Stati Uniti alla Russia e di petrolio dal Venezuela a Cina e Russia, elusione delle sanzioni e riciclaggio per milioni di dollari. Era in carcere a Busto Arsizio da oltre un mese, ma nel pomeriggio di ieri i giudici (collegio presieduto da Monica Fagnoni) hanno accolto l’istanza di domiciliari con braccialetto presentata dalla difesa.
LA RICHIESTA DI ESTRADIZIONE
Ora dovrà essere fissata un’udienza, sempre davanti alla quinta penale d’appello, per la discussione e la decisione sull’estradizione o meno dell’imprenditore verso gli Usa. La Procura generale milanese, col sostituto pg Giulio Benedetti, ha depositato la sua requisitoria per chiedere che il 40enne venga consegnato agli Usa.
Ieri con dichiarazioni spontanee l’imprenditore si è difeso spiegando anche che è stato negli Usa, a San Francisco, solo una volta, quando aveva 14 anni, e che non è lui l’uomo ritratto in una foto che fa parte dei documenti allegati all’istanza di estradizione degli Stati Uniti.
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