L’ALLARME
Saronno, il mercato sta morendo
Da 400 bancarelle a 230: a rischio una tradizione secolare

Rinnovata e migliorata, piazza dei Mercanti comunque non va e il mercato cittadino si sta svuotando. Non è tutta colpa della “fossa“, come viene chiamato lo spiazzo destinato a raccogliere la maggior parte delle bancarelle e dove i clienti faticano ad andare (preferendo passeggiare, e rifornirsi nei banchi che ancora si trovano nelle strade limitrofe), ma senz’altro anche degli stop che erano stati imposti nei momenti peggiori della pandemia, e che hanno fatto abituare parte della clientela a rifornirsi altrove. Un problema, questo, che vale in realtà per entrambi i mercati di Saronno, quello piccolo e rionale del venerdì mattina a Cassina Ferrara, e quello “tradizionale” e che sino a qualche tempo fa era noto come il più grande della provincia di Varese, ovvero quello del mercoledì mattina in piazza dei Mercanti e tutt’attorno.
Di mercoledì quest’estate, a Ferragosto, si è toccato, forse, il minimo storico: solo un centinaio di bancarelle presenti fra piazza dei Mercanti ed attorno.
Oltre settecento anni di storia
Come ricostruito in uno studio della Pro loco, «la concessione di realizzare il mercato tre volte la settimana risalirebbe al periodo Visconteo, esattamente al 1301 anche se il mercato era sicuramente pre-esistente». Nel 1709 il mercato di Saronno contava la presenza di 82 commercianti, provenienti da tutto il circondario e che si riunivano in teneva in “piazza Grande“, l’attuale piazza Libertà, mentre ad inizio Novecento la vendita degli animali vivi fu trasferita al “mercato boario” appena fuori città (l’odierna piazza Aviatori d’Italia, che oggi è diventata centralissima) e che rimase in funzione sino agli anni Cinquanta. Poi il nuovo trasloco per ospitare le centinaia di bancarelle, fino al record degli ani Novanta.
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