TRIBUNALE
Schiaffi, insulti e colpo in pancia alla moglie incinta: chiesti 12 anni
Marocchino a processo a Varese con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. La vicenda a Lavena Ponte Tresa

Schiaffi e insulti alla moglie, picchiata perché non aveva preparato il pranzo o perché si era truccata, e chiamata "gorilla" per le dimensioni che aveva raggiunto un gravidanza. E poi i rapporti sessuali strappati con la forza, nonostante i rifiuti di lei e nonostante in camera ci fosse la loro figlia. Per questo un cittadino marocchino di 41 anni è accusato di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale sull'ormai ex moglie. Reati per i quali il pubblico ministero Marialina Contaldo, oggi martedì 9 aprile in tribunale a Varese, ha chiesto una pesante condanna: 12 anni di reclusione.
IL COLPO IN PANCIA
In un'occasione l'uomo avrebbe colpito la donna incinta con un pugno in pancia, facendola finire in ospedale. Maltrattamenti che l'imputato ha ammesso: «Ho sbagliato, ero geloso e nervoso perché in quel periodo, nel 2021, ero in cassa integrazione». Ma ha negato di aver costretto la moglie a fare sesso. Episodi, ha evidenziato il suo difensore per sostenere la scarsa credibilità del racconto, che la parte offesa non ha mai riferito a nessuno, né alla madre, né al consultorio o ai carabinieri. La sentenza è attesa a luglio.
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