IL CASO
Scintille fuori dal locale, Daspo a tre Do.Ra.
Provvedimento del questore. Limido: «A parti inverse, chissà cosa sarebbe successo»

Un concerto metal in un locale a sud della provincia, all’ingresso si presentano due militanti in prova della Comunità dei Dodici raggi: gli addetti notano e riconoscono lo stemma con la “D” cucito sul bomber e li invitano ad andarsene. Inizia così l’episodio, avvenuto alcune settimane fa, che ha portato ora all’emissione da parte del questore di Varese Carlo Ambrogio Enrico Mazza del cosiddetto Daspo Willy o “fuori contesto” nei confronti di tre aderenti al gruppo dichiaratamente nazionalsocialista con sede ad Azzate.
In base alla prima ricostruzione, sulla scorta della discussione avvenuta all’ingresso, i due giovani sarebbero stati trattenuti nel locale in attesa dell’intervento delle forze dell’ordine. Nel frattempo, però, all’arrivo degli altri membri dei Do.Ra. – tre dei quali poi raggiunti dal Daspo – gli animi si sarebbero ulteriormente surriscaldati. «I due ragazzi, non appena ci sono stati problemi, hanno contattato il nostro vicepresidente, come da prassi – spiega il presidente Alessandro Limido -. Noi siamo una associazione legalmente riconosciuta e non si capisce perché ci debba essere vietato l’ingresso in un locale pubblico. Tra l’altro, i due militanti sono stati trattenuti nel locale contro la loro volontà, quindi si tratta di sequestro di persona. Chissà che cosa sarebbe successo a parti inverse, cioè se noi avessimo trattenuto qualcuno nella nostra sede».
Sta di fatto che, all’arrivo degli altri membri di Do.Ra., sono volate parole grosse, gli animi si sono surriscaldati e soltanto con l’arrivo delle forze dell’ordine la situazione si è placata. Ora per i tre militanti è arrivato il provvedimento della Questura che, di fatto, impedisce loro la frequentazione di spazi pubblici per «acclarata pericolosità sociale», anche sulla scorta di precedenti di polizia e giudiziari, oltre alla denuncia per minacce e violenza privata.
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