LA NATURA
Senza gestore, comanda la tartaruga
L’oasi del Boza ha bisogno di manutenzione. E i rettili imperversano
Si alzano le temperature e all’oasi Boza di Cassano tornano a farsi vedere le tartarughe. La loro presenza è da tempo un aspetto che richiede attenzione, perché non si tratta di animali che rientrano tra le specie che di norma dovrebbero trovarsi nell’habitat di Soiano.
Invece, ormai da anni a questa parte, il numero di esemplari rintracciabili attorno allo stagno di via Meucci è andato crescendo. Una alla volta le tartarughe sono state abbandonate nell’ex cava di argilla da qualche proprietario che voleva liberarsene. E lì gli animaletti si sono moltiplicati, sfruttando il fatto che manchao predatori naturali che possano tenerne sotto controllo la proliferazione.
Bentornate
Nei giorni scorsi, con la fine del freddo, le tartarughe sono tornate a mostrarsi a coloro che hanno approfittato degli ultimi giorni in zona arancione per fare due passi nell’area che è diventata una vera e propria oasi naturale negli Anni Novanta. E ciò grazie alla lungimiranza dell’allora sindaco Domenico Uslenghi, il quale aveva stretto un accordo con i volontari di Legambiente e Lipu affinché si prendessero cura in maniera stabile e strutturata dell’ecosistema che si era creato attorno all’ex cava.
Ora, dopo anni di abbandono cominciato allo scadere della convenzione tra ambientalisti e giunta Uslenghi e dopo il recupero legato a un intervento finanziato qualche tempo fa da Pedemontana, l’area è ancora più tutelata, grazie alla sbarra posta qualche tempo fa per impedire l’accesso ad auto e furgoncini vicino al campo sportivo. A più riprese quella parte dell’oasi, verso via Salvo D’Acquisto, era stata minacciata dal fenomeno dell’abbandono di rifiuti di ogni genere, dai vecchi mobili ai sacchetti.
Almeno nelle intenzioni del Comune, la barriera montata negli ultimi tempi dovrebbe tenere lontani coloro che in passato avevano creato una vera e propria discarica in mezzo al verde, lungo la scarpata a lato del sentiero che porta nel cuore della Boza.
Sul tavolo resta la questione della manutenzione di un’area, magnifica grazie alla bellezza della natura che la abita, che tuttavia richiede cura per restare fruibile e ordinata. Per questo lo scorso anno Palazzo Mazzucchelli ha avviato l’iter per individuare un nuovo soggetto che si prenda cura degli animali e delle piante che popolano la Boza e che possa farsi carico anche degli interventi necessari sulle strutture.
La denuncia
L’estate scorsa alcuni abitanti della zona avevano denunciato infatti che quanto realizzato con i fondi di Pedemontana mostri già alcuni segni di deterioramento. I residenti della zona attorno a via Meucci avevano reclamato di conseguenza una cura puntuale per le attrezzature che permettono le iniziative didattiche e l’osservazione della fauna. Un’attenzione che il Comune, con le sue sole forze e pur con la buona volontà di alcuni amministratori, non riesce a portare avanti.
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