L’INTERVISTA
«Si continua a parlare di stragi a Gaza: questi sono i risultati»
Davide Blei, portavoce della Comunità Ebraica di Milano, sull’aggressione in autogrill a Lainate: teme l’effetto antisemita

«Quell’aggressione di domenica in autogrill a Lainate a suon di “Ebrei assassini, tornate a casa” ci ha lasciato molto, molto sconcertati. La politica, i politici e i media hanno soffiato sul fuoco e questi sono i risultati». Davide Blei, delegato alla comunicazione della Comunità ebraica di Milano, a cui fanno riferimento anche gli ebrei della provincia di Varese, non nasconde tutta la propria preoccupazione per quello che non esita a definire «solo l’ultimo di una serie di episodi di antisemitismo, come purtroppo ne stanno succedendo sempre più spesso a Milano nelle ultime settimane». «È assurdo che si sia insultato, minacciato e picchiato un francese con la kippah in testa perché si pensa che Netanyahu faccia una politica criminale alla guida di Israele. Che cosa c’entra quel cittadino francese di religione ebraica con quello che fa lo Stato di Israele a Gaza e in Cisgiordania? Si prende di mira la persona sbagliata e questo non è altro che antisemitismo: si attacca una persona solo ed esclusivamente per il suo credo religioso. Con altre religioni mi sembra non succeda, no? Le faccio un esempio: la Russia ha invaso l’Ucraina, eppure non per questo la gente se la prende con i greci che sono di religione ortodossa come i russi. Da qui la grande inquietudine che pervade la Comunità ebraica di Milano».
Dopo il 7 ottobre, con gli israeliani massacrati da Hamas, l’opinione pubblica italiana era tutta dalla parte di Israele: ora dopo le migliaia di bambini uccisi nell’inferno di Gaza il vento è cambiato.
«Se si continua a parlare e scrivere di stragi e di bambini che muoiono di fame a Gaza questi sono gli effetti. Noi ne prendiamo atto. Al nostro interno c’è di tutto: gente di sinistra, di destra, di centro. Dico solo che i dati, le immagini e le foto che arrivano da Gaza sono diffuse al 100% da Hamas, i terroristi del 7 ottobre e che hanno costruito 700 chilometri di gallerie di cemento armato nella Striscia. Quanti dei 60mila sono morti da degenti in ospedale e quanti erano combattenti? Questa è una sporca guerra e credo che gli operatori della comunicazione, prima di pubblicare certe notizie, dovrebbero essere sicuri delle fonti».
È Israele che non ha voluto entrassero a Gaza giornalisti internazionali...
«Forse si è voluto evitare che non morissero anche i giornalisti. Noi come Comunità ebraica di Milano abbiamo una posizione agnostica rispetto a quello che sta succedendo, ma diciamo che molte informazioni che ci raggiungono quotidianamente siano viziate dalla propaganda. Troppi giudicano per sentito dire. Il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin sostiene che l’Idf ha bombardato di proposito la chiesa a Gaza? Mi chiedo come faccia ad esserne sicuro».
La Francia è l’undicesimo Paese dell’Unione Europea ad aver riconosciuto lo Stato di Palestina. Che ne pensa?
«In Francia ci sono milioni di musulmani. Sono cittadini francesi e sono elettori. I governanti hanno diritto di fare i propri interessi. Tuttavia, mi riconosco nella posizione del ministro Antonio Tajani: prima di riconoscere lo Stato di Palestina occorre che i palestinesi e tutti i Paesi del Medio Oriente riconoscano il diritto di Israele a esistere come Stato. Ciò detto, tutti noi auspichiamo la fine della guerra e la pace».
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