L’ANALISI
«La sicurezza nelle stazioni resta un punto debole del Varesotto»
In occasione degli 44 anni della Polizia di Stato la Uil traccia un bilancio delle principali questioni nazionali e locali

Quarantaquattro anni – il 1° aprile 1981 – fa nasceva la Polizia di Stato così come la conosciamo oggi con l’approvazione della Legge 121/81, la riforma dell’Amministrazione della pubblica sicurezza. Uil Polizia Varese, con il segretario provinciale Francesco Cianci, commemora la ricorrenza con una panoramica su quelle che attualmente sono le più importanti questioni che caratterizzano il Comparto Sicurezza, e richiamandone anche qualcuna di natura locale.
In campo nazionale, l’attuale quadro normativo ha causato grave malumore nella categoria, avendo vanificato gran parte del lavoro delle Forze di Polizia degli ultimi anni, di fatto mandando al macero una gran quantità di procedimenti penali e rendendo il processo per la condanna delle condotte criminali una sorta di corsa ad ostacoli. Anziché essere agevolata, la ricerca delle prove è stata mutilata o impedita da leggi criminofile (da ultimo, solo due settimane fa: la limitazione della durata delle intercettazioni a 45 giorni perfino per i reati cosiddetti da “codice rosso”, cioè quelli relativi alla violenza contro le donne), e la conseguenza è che in assenza delle prove, i criminali dovranno essere assolti. Questa grande limitazione dell'azione di repressione dei reati, oltre a offendere la legalità, lascia mano libera alla potenzialità criminale, e per proteggere i cittadini indifesi non resta che ricorrere al potenziamento della prevenzione e del controllo del territorio da parte delle Forze di Polizia. Ma per fare questo, a invarianza di spesa, è necessario aggiornare le politiche di sicurezza facendo un passo avanti nel coordinamento che in questo campo la Questura già esercita nel contesto provinciale, coinvolgendo in forma sistematica e permanente anche i comandi e i servizi di Polizia Locale, nei territori di competenza. In tal modo si potrà rendere strategicamente uniforme, e potenziare di molto, l‘azione coordinata di controllo del territorio e di prevenzione dei reati esercitata dalle Forze di Polizia nel loro complesso, realizzando davvero il principio di sussidiarietà in materia di sicurezza, mettendo anche organicamente e funzionalmente “in rete” tutti i mezzi e le dotazioni della Polizia Locale, per assicurare i quali la Regione Lombardia ha investito e investe milioni di euro.
Sotto il profilo gestionale, si è recentemente conclusa la trattativa del rinnovo del contratto di lavoro per il personale operativo delle Forze di Polizia per il triennio 2022/2024, che ha deluso le aspettative, in quanto confermando un sistema di relazioni sindacali che costringe le organizzazioni sindacali a sottostare alle imposizioni delle Amministrazioni, ha imposto aumenti retributivi che corrispondono sostanzialmente ad 1/3 dell’inflazione registrata nello stesso periodo.
In ambito locale, emergono sempre più marcate le insufficienze logistiche dello stabile che ospita la Questura, ovvero la mancanza di spazi e l’anzianità della costruzione, che determinano il quotidiano sovraffollamento degli uffici e l’attivazione di verifiche strutturali tuttora in corso, dimostrando come la dirigenza della Questura avrebbe fatto meglio a concentrarsi sulla ricerca di nuovi spazi e sulla verifiche di tenuta dell’edificio anziché nel recupero delle immagini della retorica fascista, di cui l’ex Palazzo del Littorio oggi fa bella mostra.
La cronaca documenta come le stazioni ferroviarie continuino a costituire dei punti deboli del dispositivo di sicurezza della nostra provincia, malgrado il Ministero abbia da anni assegnato ai Posti PolFer la titolarità nell’assicurare la sicurezza nelle stazioni e sui convogli ferroviari, e abbia messo a disposizione del Compartimento di Milano un organico di 32 operatori fra Varese e Gallarate esclusivamente allo scopo di garantire questo specifico servizio nella nostra provincia.
Infine, essendone stati i precursori proprio in questa provincia con le iniziative assunte negli anni scorsi per ricordare i caduti della Polizia di Stato per mano nazifascista, accogliamo con particolare piacere la recente istituzione della “giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la seconda guerra mondiale”, nella quale finalmente si potranno ufficialmente commemorare coloro che furono deportati e uccisi a causa del proprio rifiuto di collaborare con quelle dittature.
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