DOPO LA TRAGEDIA
SS 336 Malpensa, rischi quotidiani
I taxisti spiegano perché la superstrada verso l’aeroporto è una trappola mortale

«La 336 è sempre stata pericolosa. La corsia di emergenza manca e gli svincoli sono troppo stretti, non c’è il lancio: non hai spazio per immetterti quando i mezzi arrivano a cento all’ora e tu entri a quaranta».
Resta da capire cosa sia successo nelle prime ore di domenica mattina, quando il giovane Francesco Meazza è stato investito da un’auto mentre si trovava a piedi ad uno svincolo della statale che porta verso l’aeroporto di Malpensa.
Le forze dell’ordine accorse sul posto stanno ricostruendo il perché della presenza del ragazzo lungo la strada. Intanto però coloro che più di tutti conoscono la 336 perché la percorrono ogni giorno, ovvero i taxisti, non possono chiudere gli occhi di fronte a criticità che – dicono – «ci sono da sempre, solo che con il passare degli anni il traffico è aumentato».
Tiziano Pezzoli ha passato alla guida almeno 25 anni. Fino ad un paio d’anni fa era il referente gallaratese del servizio radio taxi. «Un conto è entrare a ottanta all’ora, perché hai avuto lo spazio per lanciarti, un altro è entrare a quaranta o cinquanta – ricorda –. C’è anche un’uscita critica, poco dopo un sottopasso: hai poco percorso per buttarti a destra, rallenti e se quello dietro non è pronto badabum. Poi alcuni tratti sono bui».
L’esperienza è condivisa da altri colleghi che operano in zona e l’entrata di via Torino a Gallarate sta in cima alla lista dei punti critici messi in evidenza dagli autisti di professione. «Il vero problema è la mancanza di una corsia di emergenza – osserva Renato – ma l’innesto da via Torino è cortissimo e c’è subito un’altra uscita. Verso Malpensa, al Terminal 1, sono le macchine parcheggiate sulla rampa d’uscita, invece, a creare problemi, anche se la polizia le manda via». Conviene Pancrazio, al volante di un tassì da otto anni e di servizio attorno all’aeroporto. «La superstrada è troppo trafficata – dice –. Pericolosa? Ni, troppi corrono. Le uscite vanno bene, immettersi invece è difficile, tranne al T2».
Taxista di professione anche il presidente del consiglio comunale gallaratese, Giuseppe De Bernardi Martignoni, che in passato ha sollecitato alcuni interventi di manutenzione del verde. Spiega Martignoni: «La manutenzione tutto sommato viene fatta, alcuni punti sono stati illuminati ma ci sono ancora punti bui. Certo che una superstrada che nasce senza corsia di emergenza ha già un problema non indifferente e alcune immissioni sono un po’ corte, soprattutto quella da via Torino. Che poi la 336 sia insufficiente per il traffico è lapalissiano. Scopriamo l’acqua calda anche se diciamo che un problema sia la velocità. Su questo qualcosa si può fare: la polizia locale di Cardano fa dei monitoraggi. Se ci fossero contributi regionali si potrebbero aumentare anche i servizi di controllo notturno da parte delle polizie locali, con l’etilometro, alle uscite».
Fino ad allora, il rischio di nuove tragedie sarà sempre dietro l’angolo.
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