STORIA
Stresa, 80 anni fa il rogo del Grand Hotel
Il 17 gennaio 1943 l’albergo Mottarone-Vetta distrutto dalle fiamme: otto le vittime, tre erano legnanesi

«Uno spaventoso incendio. L’albergo Mottarone-Vetta distrutto. Morti tre giovani legnanesi». Così titolava “La Prealpina” dopo il furioso incendio che distrusse per sempre il Grand Hotel Mottarone causando otto morti. Un evento traumatico per la comunità locale avvenuto il 17 gennaio del 1943 quasi come il crollo della funivia del 2021 di cui hanno parlato tutti i mass media del mondo.
Anche allora i giornali diedero grande risalto al tragico avvenimento. L’incubo si materializzò in piena notte. Alle 2,30 di notte tra sabato e domenica 17 gennaio ‘43 alte fiamme si sprigionarono, per cause ignote, sul lato nord dell’albergo Mottarone-Vetta, sotto la veranda esterna verso il lago e in meno di mezz’ora coinvolsero tutto l’edificio sia esternamente che internamente, «provocando scene di panico fra le persone che vi si trovavano alloggiate, parecchie delle quali si salvarono gettandosi dalle finestre poiché le scale, in legno come tutta la struttura dell’albergo, erano bruciate» come riferisce ancora Prealpina.
Nel contempo venne a mancare l’illuminazione e il denso fumo rendeva particolarmente difficile la fuga degli ospiti, numerosi dato che l’albergo in quel giorno era al completo e cioè con 98 clienti e 50 persone di servizio. I primi ad accorrere furono i proprietari, i fratelli Augusto, Paolo e Guglielmo Cerutti: quest’ultimo poi nel tentativo di salvare dal terzo piano un cliente, essendo crollata la scala, rimase bruciato fra le macerie».
Tra i non residenti i primi ad accorrere furono i soldati dell’Aeronautica e i militari del Distaccamento Contraerea, che si prodigarono coraggiosamente. A rischio della propria vita entrarono più volte nell’albergo, ormai in preda alle fiamme, e portarono in salvo il maggior numero possibile di persone sino a quando crollando il tetto non poterono più portare aiuto, come riferito dal rapporto dei carabinieri di Stresa. Tutto andò in fumo e rimasero solo ruderi. I danni furono di circa cinque milioni di lire, un patrimonio per l’epoca.
Nell’incendio trovarono la morte il proprietario, la guardia notturna dell’albergo col figlio di cinque anni e anche tre giovani fascisti di Legnano appartenenti alla 29° Legione Camicie Nere, sul posto per allenamenti di sci: il diciassettenne Ottavio Sola, il diciottenne Luigi Agostino Canavesi e il 17enne Giovanni Cavalli. Si erano recati al Mottarone per un allenamento sciistico in preparazione del campionato legionario. Le cause furono attribuite ad un corto circuito dove correvano dei cavi di alta tensione di proprietà del Ministero della Aeronautica che disponeva sui tetti dell’albergo un apparecchio Teodolite. I funerali si svolsero, tre giorni dopo a Stresa.
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