CORTELLEZZI
Andrea, il ricordo fa sempre male
Trent’anni fa la scomparsa del ventiduenne mai più ritrovato. Il dolore dei familiari e dell’intera comunità
Si dice che il tempo sia un’infallibile medicina che guarisce anche le ferite più profonde. Ma il rapimento di Andrea Cortellezzi, un ragazzo che allora aveva 22 anni e che non ha più fatto ritorno a casa, è una ferita che neppure il tempo può guarire. Oggi è una data triste per la famiglia Cortellezzi, ma anche per la città che non ha mai dimenticato. Una città che, a perenne ricordo, voleva intitolare al ragazzo una strada o una piazza, ma la famiglia ha scelto di tenere dignitosamente per sé quella immane sofferenza. Andrea scomparve il 17 febbraio del 1989, un brumoso venerdì, giusto trent’anni fa. Il suo ricordo è vivissimo non solo fra i suoi cari, chiusi nel loro dolore. Papà Pierluigi, i fratelli Filippo e Massimo e tutti i componenti della famiglia non hanno mai amato le luci di quei riflettori che, loro malgrado, alla fine degli anni ‘80 si erano accesi su quella tragica vicenda per la quale si era interessato anche il presidente del Senato di allora: Giovanni Spadolini fece visita ai familiari nella loro casa di via Trento Trieste. Oggi i congiunti di Andrea preferiscono non commentare, preferiscono rimanere nel doloroso silenzio spalmato in questi trent’anni. Il ricordo, a nome della città, è affidato al vicesindaco facente funzioni Claudio Ceriani: «Quella brutta pagina della nostra storia rimane purtroppo indelebile per chi ha vissuto quel dramma e per la città che ha subito questo gesto infame. Personalmente e a nome dell’intera comunità ci sentiamo vicini alla famiglia Cortellezzi alla quale esprimiamo i nostri sentimenti più sinceri. Un abbraccio particolare a papà Pierluigi».
Già, il papà di Andrea che insieme con la moglie Anna (scomparsa qualche anno fa così come la zia Stella che quel nipote ha sempre portato nel cuore) non si è mai arreso, ha lottato con tutte le sue forze per conoscere la verità. «Ditemi dov’è – disse un giorno – affinché io e la mia famiglia possiamo portare un fiore sulla sua tomba». Ma il suo desiderio non è mai stato esaudito così come la sete di conoscenza di una comunità segnata profondamente.
© Riproduzione Riservata